È un flop il bando per l’autorestauro
Assegnati solo 21 alloggi su 147 disponibili a fronte di quasi 2.400 domande. Ma ora il Comune cambia strategia
Emergenza casa per i veneziani, ma poi gli alloggi liberi di cui il Comune pure dispone, vengono assegnati solo con il contagocce e con ritardi enormi. E il caso forse più emblematico è quello degli alloggi da assegnare in autorestauro, con l’inquilino che si fa carico a sue spese dei lavori necessari per rendere abitabile l’alloggio comunale, salvo poi «scalare» la spesa progressivamente dal canone d’affitto. Un vantaggio reciproco: per l’inquilino che trova una casa comunale a un prezzo d’affitto accessibile e per l’Amministrazione che si ritrova così un patrimonio abitativo reso fruibile senza spesa diretta. Eppure negli ultimi sei anni - secondo quanto comunicato dallo stesso dirigente comunale ai Servizi per la residenza - su 147 alloggi messi a concorso, solo 21, fino ad oggi, sono stati assegnati. E nonostante le domande complessivamente nei bandi - quello del 2011 e quello successivo del 2014 - siano state ben 2374. Sono solo 166 i concorrenti per i quali sono state effettuate le verifiche dei requisiti e punteggi dichiarati in domanda. Una situazione sconcertante, con una media di poco più di 3 alloggi all’anno per autorestauro assegnati e messa in evidenza dalla pervicacia di un consigliere della Municipalità di Venezia - Marino Marin, capogruppo di Fratelli d’Italia -che continua periodicamente a chiedere spiegazioni per iscritto di questa situazione all’Amministrazione. Prima a quella Orsoni, ora a quella Brugnaro, ma, dal punto di vista delle assegnazioni la situazione resta la stessa: sconfortante. Eppure, a scorrere l’elenco dettagliato degli alloggi di proprietà comunale offerti in autorestauro con il primo bando, quello del 2011, si nota anche come l’importo indicativo delle opere di restauro richieste fosse, in molti casi, più che accessibile. Per un alloggio di 45 metri quadri al piano terra alla Giudecca bastavano 700 euro per entrare, secondo le indicazioni comunali. Per un altro della stessa metratura 500, ma al quarto piano. Ma per 72 metri quadri di un secondo piano a Malamocco servivano mille euro di restauro per abitarvi. Ma il grosso delle assegnazioni aveva comunque costi accessibili, che andavano dai 3 mila, ai 5 mila, ai 6 mila, agli 8 mila euro. Pochissimi gli alloggi più impegnativi dal punto di vista dell’intervento economico, come i 100 mila euro necessari per disporre di un alloggio di 68 metri quadri a Santa Croce o 90 mila euro per un secondo piano da 120 metri quadri alla Giudecca.
Gli alloggi in autorestauro sono equamente distribuiti tra centro storico, isole e terraferma e i bandi emessi hanno riguardato per due volte tutto il territorio comunale e in un caso solo le isole. Pare difficile credere che un inquilino in cerca di una casa a Venezia, e che potrebbe averla con poche migliaia di euro di spese per il restauro - rimborsabili - lo rifiuti e blocchi così lo scorrimento della graduatoria. Eppure, stando ai dati resi noti dalla stessa Amministrazione comunale, le cose stanno proprio così. Entro giugno - secondo quanto riferisce per iscritto il dirigente rispondendo a Marin - dovrebbe essere concluso l’esame di altre 62 domande, con 35 potenziali inquilini che dovrebbero essere convocati per la scelta dell’alloggio. Si tratta di capire se sarà effettivamente così, o se il blocco è destinato ancora a continuare.
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