«È un diritto di Celeste poter riprendere le cure»

Caso Stamina, la famiglia della piccola ieri a Mestre per raccontare la sua storia Il papà: «Terapia imposte dai tribunali». Ma le cellule restano sotto sequestro
Di Francesco Furlan

«Dicono che è impossibile che Celeste stia meglio con le infusioni di cellule staminali, ma nessuno di loro l’ha mai visitata. È per questo che siamo in piazza: per raccontare quella parte della storia di cui nessuna parla mai». Quella parte della storia, dice Giampaolo Carrer, che riguarda la sua piccola di 4 anni, malata di Atrofia muscolare spinale - Sma di tipo 1, una malattia de-generativa che lascia poche speranze.

C’era anche lei ieri mattina, assieme alla mamma, allo stand allestito in piazza Barche per la terza tappa, dopo Roma e Pesaro, del viaggio in Italia che i familiari riuniti in associazione stanno facendo per ribadire il diritto a sottoporsi alle cure a base di infusioni staminali con il contestato metodo Stamina. Lo scorso agosto Celeste è stata sottoposta all’ultima di una serie di otto infusioni di cellule staminali iniziate nell’ottobre del 2011 agli spedali civili di Brescia, su indicazione del medico pediatra Mario Andolina. Entro dicembre la piccola dovrebbe sottoporsi alla nona infusione ma lo scorso agosto, proprio il giorno dopo le infusioni a Celeste, macchinari e cellule furono sottoposte a sequestro preventivo disposto dal Tribunale di Torino su richiesta del pubblico ministero Raffaele Guariniello, sequestro figlio del procedimento penale che, a Torino, è già sfociato in una serie di richieste di rinvio a giudizio, di cui una per Davide Vannoni, fondatore della Fondazione Stamina. Dalla parte di Celeste e del prosieguo delle cure c’erano - fino al 23 agosto, giorno del sequestro - due ordinanze dei giudici di Venezia e quattro ordinanze di applicazione di urgenza della cura, di cui l’ultima lo scorso 13 agosto nella quale i giudici avevano - dopo che era andato a vuoto il compito affidato all’ospedale bresciano di individuare l’équipe medica - nominato direttamente il medico incaricato di eseguire l’infusione a Celeste.

«Il tour che l’associazione sta facendo in tutta Italia», spiega Carrer, «serve proprio a far capire come ci sia negato il diritto alle cure sancite dai tribunali. Non sono io inventarmi il fatto che Celeste stia meglio. Lo dicono gli stessi Spedali di Brescia nei loro certificati, lo dicono specialisti come i medici Marcello Villanova e John R. Bach, uno dei massimi specialisti al mondo. È per questo che noi chiediamo di poter riprendere le cure. Anche perché per le persone colpite da questa malattia non c’è nessuna altra cura. Per sottoporre Celeste alle infusioni nessuno ci ha chiesto soldi, nessuno ci ha truffato. Ci siamo rivolti a un ospedale pubblico che ci ha indicato quali cure fare, ora vogliamo proseguire con le terapie».

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