E' stato battezzato 'Nom'Trasloco finito entro Pasqua

Per ora si chiama "Nuovo Ospedale di Mestre". Ma è un nome provvisorio 
«Ci siamo». Il direttore generale dell'Asl 12 Antonio Padoan esordisce così alla conferenza stampa di presentazione del momento più atteso da lui e dai mestrini: la presentazione alle autorità (al mattino) e ai cittadini interessati (nel pomeriggio) del Nom (Nuovo ospedale di Mestre). Sarà questo, almeno per il momento, il nome attribuito alla «creatura» di Alberto Altieri ed Emilio Ambasz. «Prima di Pasqua (23 marzo 2008, ndr) sarà a pieno regime» garantisce Padoan.


Piante e laghetti.
Le piante nella hall - palme, felci, begonie, ficus e altre - sono già state messe a dimora. Appena varcata la principale entrata del Nom si cammina su legno brasiliano, scelto - confida il tecnico - per la sua resistenza. Più che all'ingresso di un ospedale sembra di trovarsi all'interno di una Palm House o nella hall di un lussuoso albergo. Molto più nutrito il verde all'esterno: a regime 16 mila piante, 575 alberi ad alto fusto. Già visibile, intanto, la vetrata che si specchia su uno dei due laghetti che, oltre a un indubbio rilievo paesaggistico, rispondono a precise esigenze di riserva idrica antincendio.

Project financing.
E' toccato a Padoan e Paolo Cetroni (consigliere di amministrazione della Veneta sanitaria Finanza di progetto) inaugurare con la conferenza stampa di presentazione dell'evento il nuovo auditorium da 400 posti della Banca degli Occhi. Edificio staccato dal corpo del Nom e caratterizzato dal soffitto color legno ondulato e dalle poltroncine color azzurro. Padoan e Cetroni hanno sottolineato l'importanza decisiva della collaborazione pubblico-privato, attraverso il project financing, per la realizzazione dell'opera. Dei 238 milioni di euro investiti (30 dei quali per la Banca degli occhi e le varianti - tra cui l'antisismica - rese necessarie in corso d'opera) il 54 per cento sono a carico del privato, il restante 46 del pubblico (Regione e Asl). Tra le garanzie del project, è stato sottolineato, quella della garanzia della manutenzione ordinaria di struttura, impianti e servizi per tutto il periodo di gestione (25 anni), da parte di Astaldi e le altre ditte costruttrici.

Mestre battistrada.
Un esempio successivamente seguito da altre città e regioni: in Toscana Astaldi costruirà altri quattro ospedali in project financing, un altro a Napoli («lì abbiamo perso quattro mesi per concordare tutto con i medici» sottolinea a margine Cetroni, a sottolineare un «errore» che, invece, a Mestre la dirigenza non ha fatto), altri 3-4 in Lombardia.

Il monoblocco.
Il nuovo ospedale è alto 31 metri, ha una volumetria di 618.620 metri cubi e si sviluppa su un'area di 151.802 metri quadri. Tre piani sono interrati (ci sono 535 posti auto per il personale e 557 per i visitatori); al pianterreno c'è la piastra chirurgica dove si concentrano le 21 sale operatorie, il pronto soccorso, la radiologia e la rianimazione; al primo piano c'è la hall-giardino da dove partono scale, ascensori e scale mobili e dove ci saranno negozi vari, ristorante, bar, uno sportello bancario, un'agenzia viaggi; al secondo piano gli ambulatori e il day hospital; dal terzo al settimo le 350 stanze (da uno o due letti) di degenza.

Trasporti robotizzati.
Cibo, prodotti farmaceutici, biancheria pulita e sporca saranno trasportati con 13 carrelli-robot capaci di trasportare fino a 400 chili. Carrelli più leggeri (fino a 10 chili) con cestello basculante e vincolati a una monorotaia saranno invece utilizzati per trasportare provette di laboratorio, farmaci d'urgenza, cartelle cliniche e strumenti sterili. Un percorso che si sviluppa su 9 piani con 28 stazioni di ricevimento e spedizione.

Sala controllo.
Una sala di controllo attiva 24 ore su 24 sovrintende alle necessità energetiche del complesso ospedaliero e della Banca degli occhi. In caso di black out quattro gruppi elettrogeni garantiscono l'autonomia per 24 ore. Per le utenze critiche che non reggono sbalzi d'energia nemmeno per pochi secondi sono stati installati quattro gruppi di continuità per l'ospedale e due per la Banca degli Occhi.

Banca degli occhi.
Dopo essersi sviluppati all'interno di diversi uffici sparsi nel territorio finalmente anche la Fondazione Banca degli occhi avrà un edificio in cui sono concentrate tutte le attività. L'edificio triangolare progettato dall'architetto Emilio Ambasz prevede due grandi pareti inclinate che arrivano a sfiorarsi ad angolo scoprendo un ingresso che idealmente accompagna il visitatore all'interno di un occhio la cui iride è delineato da un cortile interno alberato. La copertura esterna a gradoni, in omaggio alla filosofia ambasziana del green over the grey (verde sopra il grigio), è ricoperta da giardini pensili e ripropone, seppur in minatura, il modello stilistico del corpo ospedaliero.

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