«È solo un’opinione, la scelta spetta ad altri»

I promotori contestano il sindaco. Il Pd: «Pensi a far funzionare la Città Metropolitana»

I promotori del referendum fanno spallucce. A partire da Stefano Chiaromanni. , del movimento per l’autonomia di Mestre: «Sul referendum autonomia può decidere solo la Regione. Non sono competenti né il sindaco né il Comune, e neppure lo sconosciuto capo dipartimento di ministero dell’Interno che ha inviato a Brugnaro un parere che appare scorretto nei contenuti, oltre ad essere incomprensibile a che titolo sia stato realizzato: i funzionari pubblici dovrebbero fare il proprio lavoro, e non dare pareri, senza tra l’altro motivarli. È già tanto chiamarlo parere, visto che si tratta semplicemente dell’opinione di un capo dipartimento. Per noi vale la parola dei 9.000 cittadini - 7.000 firme raccolta a Mestre da noi - e quindi bisogna andare al voto sulla base di queste firme e non di iniziative estemporanee».

Il riferimento è alla proposta di legge presentata dal consigliere regionale della Lega Nord Alberto Semenzato e sostenuto da Marco Sitran (autonomisti del centro storico) di dare forma a tre comuni: Mestre, Marghera e Venezia. Nel dibattito interviene anche Maria Teresa Menotto, segreteria comunale del Pd. Chiara la sua posizione: «No alla separazione ma sì al referendum e quindi alla possibilità che i cittadini si esprimano. L'obiettivo primario è, a differenza di quanto si sta facendo, far funzionare davvero la Città Metropolitana che deve essere la cornice entro cui ripensare l’organizzazione unitaria del nostro comune, e questo anche a partire dal ruolo delle Municipalità. Diversamente il sindaco continua a svilire il valore delle Municipalità che ritiene un ostacolo alla progressiva centralizzazione dei meccanismi decisionali». Favorevole al referendum anche il Movimento 5 Stelle. Il consigliere Davide Scano: «Considerato il fatto che il sindaco si è rimangiato la parola rispetto agli impegni in campagna elettorale con i referendari e la Lega, sarà questa la pietra tombale della volontà, più o meno forte, di autonomia? La Lega, alleata di governo, scaricherà il sindaco o gli interessi di eletti e assessori prevarranno sulla coerenza al loro programma?».

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