È scontro sullo casa di Perale «All’asta per risarcire i familiari»

Ma la difesa dell’uomo è ora riuscita a bloccare la vendita dell’appartamento e ha anche chiesto ai parenti delle due vittime 10 mila euro per le spese legali
R.d.r.
Agenzia Candussi. Duplice omicidio in via Abruzzo 14 a Chirignago Mestre.
Agenzia Candussi. Duplice omicidio in via Abruzzo 14 a Chirignago Mestre.

E scontro legale a colpi di istanze e ricorsi, per poter mettere all’asta (e iniziare così a risarcire le famiglie delle vittime) la casa in cui Stefano Perale, stordì con i sonniferi, seviziò per ore riprendendola in un video allucinante, infine soffocò Anastasia Shakurova e uccise con un colpo alla testa il compagno di lei, Biagio Buonomo. Li aveva invitati a cena. Per un duplice omicidio inenarrabile nella sua brutalità, Perale è stato condannato all’ergastolo in primo grado e in Appello (pende il ricorso in Cassazione delle difese) e al pagamento di una provvisionale di 400 mila euro di risarcimento alle famiglie. Scontato il fatto che nessuna cifra possa risarcire un assassinio - e ammesso che qualcuno sia interessato all’acquisto dell’appartamento in via Abruzzo - l’avvocato di parte civile Michele Maturi, legale della famiglia Buonomo, ha iscritto l’immobile al ruolo delle esecuzioni immobiliari e avviato l’iter per a vendita all’asta dell’abitazione. Ma subito la difesa - con l’avvocato Matteo Lazzaro - ha fatto ricorso, contestando la presentazione fuori termine della richiesta.

«La scadenza dei sei mesi vale solo per i sequestri in sede civile, convertiti in pignoramento, non per quelli penali», sostiene l’avvocato Maturi, «e solo il pm o la parte in caso di assoluzione si può opporre. Tanto che la cancelleria civile nulla ha obiettato alla mia richiesta». Ma il giudice ha accolto il ricorso d’urgenza della difesa di Perale, bloccando la vendita. E anche i successivi reclami al collegio civile presentati dall’avvocato Maturi sono stati respinti, in attesa dell’udienza di merito che è in programma per il 26 maggio. E con i primi respingimenti, arrivano anche le spese legali da pagare alla controparte.

«Una situazione grottesca», lo sfogo del legale, «che non solo non permette alle parti civili di avviare un minimo riconoscimento del risarcimento che è loro dovuto, ma arriva al limite che l’assassino chiede alle vittime i danni, con la richiesta di pagare 10 mila euro di spese legali». E nuovi ricorsi si profilano. Una lite giudiziaria soprattutto simbolica: l’appartamento è stato valutato 70 mila euro e vi pende anche un mutuo. La gran parte dell’eventuale incasso andrà alla banca.

È la notte del 18 giugno 2017, quando l’ex professore di inglese uccide la donna della quale si era ossessivamente innamorato e il compagno dal quale lei aspettava un bambino. Tutto l’orrore dell’omicidio di Anastasia e Biagio – il loro stordimento con il farmaco comprato sul web e sciolto nell’aperitivo, gli spaventosi abusi ai quali Perale ha sottoposto la giovane svenuta per “punirla” di non averlo corrisposto, fino al cloroformio che le ha fatto bere (soffocandola) quando dava segni di risvegliarsi, per poi proseguire nelle sevizie, l’omicidio del compagno con un colpo alla testa – è stato immortalato nel video che Perale ha ripreso con il cellulare fissato alla fronte con una fascia. Per i giudici di primo e secondo grado un chiaro segno di premeditazione e lucidità, per la difesa la prova che l’uomo era in preda al suo delirio. Parola alla Cassazione. —



© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia