È scomparso l’armatore Cosulich primo procuratore di San Marco

Aveva 94 anni. Protagonista della storia della città, portò i cavalli marciani in giro per il mondo Aveva lasciato Venezia per rifugiarsi nella sua tenuta di campagna. Domani i funerali in Basilica
Di Davide Vatrella

Un altro grande “leone” di Venezia si è addormentato per sempre. Ieri si è spento a quasi 95 anni Alberto Cosulich, padre di figlio di sette figli e uno degli ultimi grandi veneziani del secolo scorso.

La sua attività ha lasciato un segno indelebile nel mondo dell’impresa, della cultura e del sociale in Veneto e nel mondo. Discendente della storica famiglia di armatori, era nato a Venezia nel 1920 e si era laureato in Economia e Commercio verso la fine della seconda guerra mondiale, distinguendosi contemporaneamente come ufficiale di Aeronautica.

Sfruttando gli anni del boom economico, si era impegnato ancora giovanissimo in attività di restauro e sviluppo immobiliare a Venezia, riportando all’antico splendore diversi palazzi sul Canal Grande e costruendo intere nuove zone abitative e residenziali a Mestre e dintorni. Contemporaneamente, assieme al fratello Carlo, rilanciò l’attività marittima ed armatoriale che lo avrebbe portato, all’apice dell’ attività, a gestire una flotta navale di oltre 250.000 tonnellate.

Negli anni successivi sviluppò attività d’impresa anche in altri settori, dall’industria dell’acciaio all’agricoltura, producendo vini di elevata qualità e creando migliaia di posti di lavoro. È nell’ambito della cultura che Cosulich, consigliere del Banco San Marco, ha lasciato una grande eredità ai veneziani e al mondo. Prima con l’avvio del centro di cultura Cosulich, oggi seguito e coordinato dal figlio Paolo, che propone cicli di conferenze a tema etico e religioso, poi con l’istituzione del premio “Angelo d’oro” e, infine, con la nomina nel 1980 da parte del Presidente della Repubblica, su proposta del cardinale di Venezia a primo procuratore di San Marco, incarico che svolse per due mandati consecutivi fino al 1989. In questo periodo, per finanziare i costosissimi lavori di restauro della Basilica e dei mosaici di San Marco, Cosulich si “inventò” assieme all’ingegner Carlo De Benedetti, in qualità di sponsor con l’Olivetti, di portare in giro per il mondo i gioielli di famiglia.

Negli anni a seguire furono organizzate le mostre itineranti dei cavalli di San Marco, prima, e del tesoro di San Marco poi, a Londra, Parigi, Francoforte, New York, Tokyo, Los Angeles e Sydney, facendo scoprire e apprezzare a milioni di persone nel mondo gli incredibili ed inestimabili oggetti marciani. A lui si devono il restauro della facciata principale e del rosone d’ingresso, con i lavori coordinati dal proto Ettore Vio. In tale periodo fece gli “onori di casa” a San Marco, aprendo le porte della basilica, assieme al cardinale Marco Cé ai grandi del mondo, dalla regina Elisabetta, Carlo e Diana, dai coniugi Reagan fino a Papa Giovanni Paolo II per citarne alcuni.

La sua inesauribile sete di cultura lo portò anche a scrivere sette libri di cui tre su Venezia e San Marco, ad aprire a Susegana uno dei più grandi musei etnografici privati d’Italia e a raccogliere diverse collezioni di strumenti musicali di antiquariato, oggi esposte in vari conservatori in Italia e all’estero.

Sul fronte sociale Cosulich si è sempre impegnato in progetti si solidarietà e sostegno dei più deboli. A partire dagli anni ’70 ha aperto due case di riposo a Quarto D’Altino e a Casale sul Sile, un esempio di eccellenza nella gestione privata dell’assistenza sanitaria. La prematura scomparsa del figlio Marco, nel 1995, lo indusse a ritirarsi a vita privata nella sua tenuta a Collalbrigo (Treviso), dove ieri se ne è andato, in silenzio, tra i suoi vigneti. Sarà proprio lì ad essere tumulato nella cappella di famiglia. I funerali si svolgeranno domani a mezzogiorno nella basilica di San Marco, privilegio riservato fin dai tempi della Repubblica solo al doge, al patriarca e al primo Procuratore.

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