«È ridicolo avere paura del confronto»

La filosofa Marzano sull’incontro dedicato al suo libro (“Papà, mamma e gender”) senza il patrocinio della Municipalità
Di Francesco Furlan
Interpress/Mazzega Venezia, 13.11.2015.- Venezia Hotel Amadeus, Presentazioene del libro "Papà Mamma e Gender di Michela Marzano.-
Interpress/Mazzega Venezia, 13.11.2015.- Venezia Hotel Amadeus, Presentazioene del libro "Papà Mamma e Gender di Michela Marzano.-

«È un modo per prendere le distanze dagli argomenti del libro perché li ritengono qualcosa di brutto, è una scelta che valuto a metà tra il ridicolo e il triste». Così la filosofa e deputata Michela Marzano sul mancato patrocinio da parte della Municipalità di Favaro Veneto all’incontro promosso dal circolo Uaar (Unione degli agnostici) il 21 marzo al circolo Arci del quartiere per discutere, pur in assenza dell’autrice, dei temi del suo ultimo libro, “Papà, mamma e gender”, della casa editrice Utet.

Ieri, durante la presentazione del programma di Marzo Donna in municipio a Mestre, assessori e consiglieri hanno spiegato che il mancato inserimento dell’incontro nel programma è stato solo un disguido, ma lunedì il presidente della Municipalità di Favaro, Marco Bellato (lista Brugnaro) aveva spiegato bene che, anche se la domanda di patrocinio e di richiesta di inserimento nel programma di Marzo Donna fosse arrivata con tutti i crismi all’ufficio del protocollo, la Municipalità lo avrebbe negato.Del resto si sarebbe trattato di una decisione nel solco delle posizioni sull’argomento già espresse varie volte con chiarezza dal sindaco Luigi Brugnaro. La presentazione del libro della Marzano era stata oggetto di ostracismo in Veneto lo scorso novembre, quando il sindaco di Padova, il leghista Massimo Bitonci, decise di non concedere l’utilizzo di una sala comunale per la presentazione del libro, in quel caso con la presenza della filosofa. «Fu però un boomerang», racconta la Marzano, «perché poi fui invitata a un incontro dal rettore, e vi partecipò moltissima gente».

Professoressa Marzano, le capitano spesso casi come questi?

«Sono casi sporadici, anche se raramente viene negata una sala, come è successo a Padova, o rifiutato un patrocinio. Più spesso le amministrazioni usano altri modi per boicottare le presentazioni».

Ad esempio quali?

«Impediscono che le locandine possano essere messe nelle scuole, oppure organizzano incontri opposti, allo stesso giorno e alla stessa ora, mobilitando i parroci che invitano tutte le famiglie del paese. Le contestazioni più dirette spesso sono un boomerang perché scatenano le polemiche».

Secondo lei perché ci sono queste reazioni a un dibattito pubblico?

«Chi si oppone in modo frontale molto spesso lo fa perché non ha la minima idea di quali siano le questioni affrontate dal libro, che non è un libro militante».

Ci sono molte famiglie che si interrogano su quale sia, oggi, il loro ruolo. Tra mille dubbi e paure.

«Lo so e mi capita spesso di incontrarle. Di recente a un incontro a Conegliano al quale hanno partecipato almeno cinquecento persone. C’erano persone che avevano un punto di vista molto diverso, ma questi incontri servono proprio per confrontarsi, per aprire un dibattito, capire cosa vuol dire parlare di gender. Per questo è ridicolo negare una sala o un patrocinio, o cercare di boicottarli. Nei miei incontri io parla per i primi venti, trenta minuti. Poi lascio la parola alle domande e ai dubbi di chi partecipa agli incontri. Confrontarsi è fondamentale per capire».

Lei è molto impegnata sul fronte dei diritti civili. Che ne pensa del Disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili che, dopo la battaglia al Senato, ora dovrà essere votata alla Camera?

«So che la mia è una battaglia persa in partenza ma alla Camera lavorerò per cambiare ciò che è stato cambiato, e non mi riferisco solo alla stepchild adoption, ma all’eliminazione di tutti i riferimenti all’articolo 29 della Costituzione, quello sulla famiglia, a partire dal vincolo di fedeltà. Toglierlo vuol dire creare un amore di serie B e considerato meno importante rispetto a quello delle coppie eterosessuali. Vuol dire far passare il messaggio che tanto “voi eravate infedeli, lo rimanete e lo sarete anche in futuro”. E io questo non lo posso accettare».

È per questo che, come annunciato, lascerà il Partito democratico?

«Lo lascerò perché aver modificato questa legge equivale a dire che l’uguaglianza tra le persone è un valore negoziabile, e per me non lo è».

Tornerà in Veneto a presentare il suo libro?

«Ci sono già state varie volte, ma ci torno sempre volentieri, quando mi invitano. Il prossimo appuntamento dovrebbe essere a maggio a Rovigo».

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