È pronto il vincolo per il Cubo di Dardi

Mestre, dopo un sopralluogo la Soprintendenza ha avviato l’iter per l’opera realizzata per l’Eni dall’architetto nel 1971
Foto Agenzia Candussi / ARTICO / MESTRE TANGENZIALE / MESTRE VDUTE STAZIONE DI SERVIZIO "AL CUBO"
Foto Agenzia Candussi / ARTICO / MESTRE TANGENZIALE / MESTRE VDUTE STAZIONE DI SERVIZIO "AL CUBO"

MESTRE. Il Cubo di Dardi, che poteva essere abbattuto dall’Eni, sarà invece salvato dalla Soprintendenza veneziana, che ha intenzione di vincolarlo dopo aver già compiuto un sopralluogo e aperto una pratica per preservarlo come bene culturale anche se ha meno settant’anni di vita.

È ormai da quasi cinquant’anni una presenza architettonica familiare per chi viaggia in auto lungo l’attuale Tangenziale Venezia-Mestre, sopra la stazione di rifornimento Agip di Mestre Bazzera.

Qui, tra la città e l’aeroporto Marco Polo, l’Agip fece costruire nel 1971 a Costantino Dardi, giovane architetto friulano, allievo di Giuseppe Samonà all’Iuav, una nuova versione del progetto con cui lo stesso Dardi, insieme a Giovanni Morabito e a un gruppo di studenti veneziani di architettura (Bruno Cassetti, Max Chelli, Marco De Michelis, Maurizio Di Paolo, Marco Fano) aveva vinto il concorso indetto nel 1968 dall’azienda petrolifera per la realizzazione di una stazione di servizio tipo.

E nacque, appunto, il cubo, denominato “Kaaba”, perché ricordava nella forma l’antico monumento che alla Mecca conserva i resti della “Pietra Nera” meta ogni anno del pellegrinaggio di milioni di musulmani. Un grande cubo bianco posto al di sopra della copertura della stazione di servizio, costituito di una struttura a reticolo spaziale, rivestita di resina acrilica rinforzata da fibra di vetro per consentire le trasparenze luminose tipiche di questa struttura leggera e minimalista, divenuta ormai un elemento del paesaggio di questa parte del Veneziano.

L’Eni sta in questi anni rinnovando l’immagine e le strutture di tutte le sue stazioni di servizio.

Proprio in questa chiave ci sarebbe stata l’intenzione di abbattere l’edificio di Dardi che presenta problemi di conservazione per l’usura della struttura, visto che tutta la stazione della Bazzera verrà ridisegnata, compreso il vicino autogrill. Il costo e la convenienza e di un restauro veniva evidentemente ritenuto eccessivo, ma ora tornerà d’attualità, dopo l’ampio dibattito che si era aperto sul mantenimento della struttura architettonica.

In particolare all’Iuav dove Dardi ha insegnato e che conserva l’archivio progetti dell’architetto che lavorò a lungo anche per la Biennale. A favore del vincolo si era già espressa l’architetto Renata Codello, già soprintendente veneziano. E il professor Leonardo Ciacci, docente di Urbanistica all’Iuav ha già presentato all’Eni un progetto di trasformazione del cubo che consenta di mantenerlo. —


 

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