È morto lo scrittore Alberto Bevilacqua

Era ricoverato in una clinica romana: mesi fa era stato colpito da un arresto cardiaco. Aveva 79 anni

Lo scrittore Alberto Bevilacqua è morto questa mattina alle 10.10 nella clinica romana di Villa Mafalda per un arresto cardiocircolatorio. Aveva 79 anni. Bevilacqua era ricoverato dall'11 ottobre 2012 in terapia intensiva, e, riferiscono i medici, in questo anno aveva avuto un decorso a fasi alterne, tra miglioramenti e peggioramenti, fino alla crisi fatale. La camera ardente sarà allestita nella stessa clinica, ma decideranno i familiari se renderla aperta al pubblico o meno. Luogo e data dei funerali sono ancora da decidere.

Premio Strega, Campiello e Bancarella. Autore di romanzi come "La Califfa", "L'amore stregone" o "Le rose di Danzica", Bevilacqua è stato anche scrittore e regista di film, spesso tratti dalle proprie opere. A scoprire il suo talento del giovane fu nel 1955 l'allora responsabile del supplemento letterario della Gazzetta di Parma, città natale dello scrittore, Mario Colombi Guidotti, che gli commissionò i primi racconti, poi raccolti in un unico volume sotto il titolo "La polvere sull'erba". Scrittore prolifico, dopo l'esordio pubblicò più di trenta romazi, oltre a numerose raccolte di poesia. Bevilacqua ha vinto, durante la sua lunga carriera, praticamente tutti i più prestigiosi premi letterari italiani: il premio Campiello nel 1966 per "Questa specie di amore", il premio Strega nel 1968 per "L'occhio del gatto", il premio Stresa nel 2000 per "La polvere sull'erba", il premio Pisa per la poesia per "La camera segreta" e ben due volte il premio Bancarella, nel 1972 e nel 1991, rispettivamente per "Un viaggio misterioso" e "I sensi incantati". Gli ultimi anni di vita dell'autore emiliano, però sono stati contrassegnati da una grave malattia che lo ha portato al coma, e da una vicenda giudiziaria legata proprio alle sue vicende sanitarie.

Inchiesta della procura su degenza a Villa Mafalda. Sulla degenza dello scrittore a Villa Mafalda è stata aperta un'inchiesta per lesioni colpose dalla Procura di Roma dopo che la compagna di Bevilacqua, Michela Macaluso, aveva presentato un esposto. Secondo la donna nella clinica romana a Bevilacqua non venivano somministrate le terapie adeguate nonostante una retta giornaliera altissima, "circa tremila euro". Nell'inchiesta della Procura non appaiono indagati. Michela Macaluso non essendo sposata con Bevilacqua non poteva legalmente pretendere il trasferimento di Bevilacqua in altra struttura. Per questo si è rivolta all'autorità giudiziaria. Nel febbraio scorso il Tribunale Civile di Roma nominò l'avvocato Gabriella Bosco amministratore di sostegno provvisorio, ovvero una sorta di tutore, a favore dello scrittore.

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