E’ morto Ampelio Piarotto, inventò il mobile componibile: lutto a Mirano
L’imprenditore di Mirano aveva 92 anni. Nel 2006 era stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica
MIRANO. Lutto nel mondo dell’imprenditoria di Mirano e non solo. Perchè si è spento Ampelio Piarotto, fondatore dell’azienda Piarotto mobili. Aveva 92 anni e si è spento nella sua casa di Campocroce.
La Piarotto Mobili, che si è evoluta e trasformata tante volte e che dura da tre generazioni. Nel 1922 il capostipite Antonio Piarotto, tornato dalla guerra, inizia a fare il falegname, recuperando vecchi mobili e studiando soluzioni sempre più innovative per gestire gli spazi e i sistemi di incastro tra le superfici, riuscendo ad espandere il proprio mercato. L’espansione fu talmente rapida che nel 1945 si inizia a costruire la nuova sede operativa a Mirano. In questo periodo iniziano a collaborare con il padre anche 3 fratelli Ampelio, Giancarlo e Orfeo Piarotto, che da subito si mostrano interessati allo sviluppo di sistemi innovativi. I lavori di costruzione della prima azienda terminano intorno al 1950. Nel decennio successivo, si iniziano a fare dei test che porteranno alla creazione del sistema componibile Fitting, la prima vera innovazione presentata da Ampelio.
L’idea è quella di realizzare un mobile semplice nel montaggio e nel trasporto, con dei moduli adattabili alle varie esigenze, per venire incontro alle esigenze dell’Italia in pieno boom economico. Viene presentato ufficialmente al mondo nel 1961, nel corso del primo Salone del mobile di Milano. Il prodotto fin da subito ha un successo incredibile, tanto che arrivano ordini e richieste da tutta Italia e anche dall’estero. Grazie al grande successo ottenuto, nel 1963 viene inaugurata la nuova sede dell’azienda, sempre più grande, per poter gestire al meglio le richieste. Da lì in poi fu un crescendo che lo portarono anche a vendere attraverso l’e-commere.
Nel 2006, Ampelio fu insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica. Lascia la moglie Giuliana e i figli Antonio e Caterina.
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