È morta Milvia, la “principessa”
MESTRE. La “Principessa Guerriera” se ne è andata. Milvia Baratella è morta ieri mattina nella stanza del centro Nazareth di Zelarino con accanto la mamma Mara. Con accanto la donna che, nel nome della figlia diventata disabile a 5 anni per colpa di un tumore al cervello, ha combattutto una battaglia estenuante per rendere, anche nella nostra città, la riabilitazione dei disabili, una speranza di vita. I funerali si svolgeranno nella chiesa di via Aleardi sabato alle 11.
Milvia aveva 30 anni. Li aveva compiuti il 18 di agosto scorso. Quel giorno una grande festa con tutte le persone che in questi anni sono diventate il motore di un movimento che, in un quarto di secolo, ha permesso ai disabili di ottenere piccoli diritti che garantiscono a loro una vita più degna di questo nome, ad iniziare dalla piscina con l’acqua calda del Terraglio. Qui, ora, i disabili possono fare riabilitazione.
Il 10 agosto Milvia è stata colpita da un’emorragia cerebrale. La donna è sopravvissuta, ma le sue condizioni sono diventate disperate. Milvia, in rianimazione, viveva attaccata ai macchinari. E il suo destino era oramai segnato in maniera irrimediabile. La madre e le persone amiche hanno fatto di tutto perché questo ultimo atto della vita della “Principessa Guerriera” fosse il meno traumatico per tutti. In particolare per mamma Mara e la sorella Claudia. Alla fine hanno trovato la stanza al centro Nazareth dove, accanto al letto di Milvia, c’era quello di Mara e da un lato, addossato a una parete, aveva trovato posto il tavolino dove Claudia studiava sui libri da liceali. Qui Milvia ha trascorso le sue due ultime settimane di vita e qui, ieri mattina, si è spenta accanto alla mamma.
Milvia è stata ribattezzata la “Principessa Guerriera” a Cuba, dove la madre, con l’aiuto di tantissime persone, ha iniziato a portarla a metà degli anni Novanta. A Cuba le garantivano una riabilitazione continuata, per disabili, che da noi non c’era ancora. A chiamarla “Principessa Guerriera” e a farla diventare la protagonista di una favola per bambini è stata la direttrice di una piccola casa editrice cubana che ha conosciuto la storia della bambina, colpita da un tumore a cinque anni. Principessa perché Milvia è nata bionda con gli occhi azzurri; Guerriera perché aveva una straordinaria voglia di vivere.
«A Cuba ci è andata diverse volte e per periodi più o meno lunghi», racconta Leda Cossu, una delle persone che in questi anni sono state protagoniste della storia di Milvia. «Se piccoli passi a favore della riabilitazione dei disabili si sono fatti nella nostra città lo si deve anche a Milvia. Basti pensare che, grazie a Mara e ad altre mamme, a Mestre, ben prima che nascesse il Dipartimento per la riabilitazizone dei disabili dell’Asl, venne messo in piedi in centro per questa attività fondamentale. A Cuba la mamma è riuscita a garantire a Milvia, una vita normale in una famiglia grazie ad Alberto Granado, il “fraterno” amico di Che Guevara. La moglie del quale è venuta pure a Mestre a trovare Milvia. Il soggiorno a Cuba è stato importantissimo anche per Claudia, la sorellina, che ha imparato a convivere con la riabilitazione di Milvia alla stregua di un gioco, lontano anni luce dall’ambiente opprimente, per un bambino, quale è un centro riabilitativo ospedaliero dove colori e odori di certo non aiutano. Per Milvia, a Cuba, hanno suonato e cantato importanti musicisti locali e Milvia alla fine aveva ripreso a camminare e ad avere una funzione respiratoria più normale», conclude Leda Cossu.
I funerali della ragazza saranno celebrati sabato alle 11 nella chiesa di via Aleardi. Concelebra l’ex rettore della Basilica del Santo di Padova Domenico Carminati.
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