È morta l’attrice Franca Rame, era malata da tempo
VENEZIa. L’attrice Franca Rame, moglie di Dario Fo è morta a Milano. Franca Rame, che aveva 84 anni, era malata da tempo. L’attrice è molto legata a Venezia, ha partecipato diverse volte al Festival del Cinema. A Camponogara inoltre il teatro è intitolato a Dario Fo, frequentato ovviamente anche da Franca Rame.
Un minuto di silenzia alla Camera e al Senato. La notizia della morte di Franca Rame è arrivata a Palazzo Madama durante il dibattito sulle riforme costituzionali. Il presidente del Senato Pietro Grasso ha interrotto i lavori per annunciarne la scomparsa, ricordando il suo impegno come senatrice nella Quindicesima legislatura. L’Aula gremita le ha tributato un minuto di silenzio. Lo stesso è avvenuto alla Camera, dove Barbara Pollastrini che ha voluto esprimere «il dispiacere immenso e corale che toccherà il cuore della mia città, Milano. Come dice un detto cinese, quando alcune persone vengono a mancare le loro morti pesano come il Monte Tai». Pollastrini ha ricordato «una grande artista, una donna coltissima, una donna eterodossa e anticonformista vicina agli umili» nonché «simbolo dell’autonomia e della dignità di ogni donna».
Piccola folla davanti la casa di Milano. Si è già radunata una piccola folla di reporter e fotografi in corso di Porta Romana 132 a Milano dove da moltissimi anni vivono Franca Rame e Dario Fo. Portone chiuso e massima riservatezza per ora.
Il messaggio di Napolitano. Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato al maestro Dario Fo un messaggio di cordoglio: «Apprendo con personale commozione la triste notizia della scomparsa di Franca Rame, che ho conosciuto in anni lontani quando ebbe modo di dispiegarsi e affermarsi pienamente il suo talento in profonda e inseparabile unione con la figura di Dario Fo e con il mondo del suo teatro. Egualmente ricordo il suo appassionato impegno civile e rendo omaggio alla continuità del suo apporto fino ai tempi più recenti alla vita artistica e culturale del paese. Sono affettuosamente vicino in questo momento così doloroso al suo compagno di vita, al figlio e a tutti i famigliari».
Il cordoglio del ministro Bray. Il Ministro per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo, Massimo Bray, ha espresso profondo cordoglio per la scomparsa di Franca Rame, «persona straordinaria, coraggiosa e instancabile, che ha contribuito in maniera indelebile alla diffusione della Cultura in Italia e all’estero, all’emancipazione dell’universo femminile e alla difesa dei diritti dei cittadini». In questo momento di profonda tristezza, Massimo Bray rivolge un pensiero affettuoso al marito Dario
Una vita tra teatro e impegno civile. L’Italia perde una protagonista del panorama culturale, che tra il palcoscenico dell’arte e quello della vita, aveva calato un ponte da percorre in entrambi i sensi, da un lato per raccontare la realtà, spesso cruda, a sipario aperto, dall’altro per portare pò di poesia nel quotidiano più aspro. Franca Rame si è spenta all’età di 84 anni: nell’aprile 2012, un ictus, che l’aveva costretta ad un ricovero d’urgenza al Policlinico di Milano era stato forse il primo segnale di una debolezza fisica, non certo di spirito.
Figlia d’arte, la Rame conobbe il palcoscenico prima ancora d’ogni altra esperienza: comparve, infatti, appena nata nel ruolo di infante in una delle commedie allestite dalla compagnia familiare. La "consapevolezza del mestiere" era arrivata nei primi anni ’50 quando entrò nella compagnia di Tino Scotti per lo spettacolo "Ghe pensi mi". Intanto, il bivio della vita è alle porte e sul calendario segna la data del 24 giugno 1954: Franca Rame sposa Dario Fo nella Basilica di Sant’Ambrogio a Milano (nasce nel 1955 il figlio Jacopo). Un’unione non soltanto privata perchè i due stringono un’alleanza che li porterà singolarmente e in coppia a siglare numerose pagine della storia italiana. A partire dal profilo culturale, con la creazione nel 1958 della "Compagnia Dario Fo-Franca Rame" destinata ad un rapido e significativo successo. Con il ’68, i due scoprono anche il volto dell’impegno politico e civile abbracciando le nuove ideologie emergenti, che porterà successivamente Franca Rame, alla fine degli anni ’70 ad unirsi alle file del movimento femminista.
L’attività teatrale, nel frattempo, vede il duo Rame-Fo in una serie di abbandoni e fondazioni di compagnie: lasciano il circuito dell’ETI nel 1968 per fondare il collettivo Nuova Scena, dalla separazione dal quale è nato un nuovo soggetto, La Camune, attivo nei circoli Arci e nei "teatri inediti" come fabbriche e scuole occupate con spettacoli di satira politica. La Rame attrice approda alla fine degli anni ’70 all’interpretazione di propri testi ("La madre", "Grasso è bello!", "Tutta casa, letto e chiesa") , cui anni dopo s’aggiunge "Lo stupro", testo ispirato alla drammatica esperienza personale vissuta nel 1973, quando Franca Rame venne rapita e violentata da cinque esponenti di estrema destra. Solo due anni prima, l’attrice si era pubblicamente esposta sottoscrivendo una lettera aperta, pubblicata dal settimanale L’Espresso, sulla morte del ferroviere anarchico Pinelli, in cui numerosi esponenti della cultura e della politica chiedevano la destituzione di alcuni funzionari. Nella vita di Franca Rame c’è stato posto anche per l’impegno istituzionale con l’elezione al Senato nel 2006 in quota IdV, incarico lasciato dopo due anni. L’attrice ha dedicato gli ultimi anni alla propria autobiografia ("Una vita all’improvvisa"), immancabilmente scritta con il marito, ma anche, e soprattutto ancora, a calcare il palcoscenico: tra il 2011 e il 2012, infatti, i due hanno riportato in scena il celebre Mistero buffo, opera di Dario Fo, presentata per la prima volta nel 1969.
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