È l’ex Italiana Coke la grande incognita

L’area prescelta è in mano ai privati e difficile da raggiungere: servono nuove bretelle e raccordi
Acquisizione dell’area, progettazione, autorizzazioni, bonifiche, viabilità d’accesso e perfino i marginamenti delle sponde da completare. Senza parlare dei soldi necessari che superano i 200 milioni di euro, tutti ancora da recuperare.


Il progetto di realizzare due ormeggi per le grandi navi da crociera sul canale Nord, nel cuore della Prima zona industriale e commerciale di Porto Marghera, sarà più difficile e lunga da realizzare di quanto possa sembrare. E non solo per la convivenza con le grandi industri presenti nell’area (Fincantieri, Pilkington, Eni, Versalis, Ilva, Cereal Docs, Tri, ecc.) che occupano migliaia di lavoratori e utilizzano la banchina affacciata proprio sul lato nord del Canale Nord. Il cammino per avere a disposizione l’area, per ottenere l’autorizzazione e realizzare il progetto varato dall’ultimo Comitatone, è tutto in salita, e non solo per il fatto che dovrà affrontare il parere di valutazione dell’impatto ambientale della apposita commissione che già due anni fa “bocciò” un progetto analogo dell’ex assessore D’Agostino, in quanto «non sostenibile dal punto di vista della sicurezza della navigazione per la limitazione degli spazi disponibili per le manovre di emergenza e la vicinanza dei depositi dell’Isola dei Petroli». Il primo grande ostacolo da superare sarà, quindi, una progettazione capace di dribblare i pareri negativi già espressi dalla Commissione Via. Ma prima ancora c’è la verifica della disponibilità dell’area dell’ex Italiana Coke – che confina con l’area della Pilkington spa– con l’annessa banchina all’imbocco del canale Nord.


A tutt’oggi non è stata ancora verificata la disponibilità alla vendita dell’area, dove dovrebbe essere realizzata la nuova stazione marittima con tutti i servizi connessi, da parte dei proprietari. L’area è dismessa e abbandonata da anni e ancora in attesa del completamento delle bonifiche e la banchina, con concessione del Porto in scadenza, ancora da mettere in sicurezza.


L’Italiana Coke, peraltro, è passata per un concordato che ha coinvolto il genovese Augusto Ascheri e la famiglia Salmini.


In ogni caso, l’area in questione, nell’evenienza, potrebbe essere espropriata per «utilità pubblica» visto che qui si dovrebbero spostare le grandi navi da crociera in arrivo, lungo il Canale dei Petroli, dalla bocca di Malamocco, invece che dal Lido e poi sul bacino di San Marco.


C’è poi l’altro grande problema della viabilità, ovvero dell’accessibilità dell’area che si trova in un’area difficile da raggiungere e lasciare, malgrado la vicinanza di via Righi e del Ponte della Libertà. Sarà necessario realizzare nuove bretelle e raccordi che dovranno intrecciarsi con due importanti progetti – finanziati con l’Accordo di Programma del 2015 sottoscritto al ministero dello Sviluppo da Regione, Comune e Porto – che prevedono il rifacimento del ponte ferroviario su via dell'Elettronica (1 milione di euro) e il collegamento di via Torino e l'area del Vega con una rotatoria e un sottopasso in via Righi (16.950.000 euro) che dovrebbe rivoluzionare la viabilità in tutta la zona. Infine, proprio sul lato nord del Canale Nord, ci sono ancora ben 1.500 metri di sponda (e relativa banchina) nei quali non sono ancora state realizzate le opere di marginamento – di competenza del Provveditorato Interregionale e in attesa di finanziamento da tempo – con la realizzazione della “muraglia” di palancole allo scopo di impedire il percolamento dell’acqua piovana dai terreni adiacenti contaminati.


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