È la statale più pericolosa d’Italia

Un’altra croce nel tratto tra Valli e Cavanella dove transitano migliaia di Tir

CHIOGGIA. Maledetta Romea. L’ennesimo incidente mortale sulla strada più pericolosa d’Italia ha alimentato, ancora una volta, le discussioni su quello che si può o non si può fare per evitare simili tragedie.

Il primo precedente che viene alla mente è lo scontro, il 25 novembre dell’anno scorso, vicino al semaforo di Valli, tra un’automobile e un autoarticolato, che aveva portato alla morte dell’imprenditrice 64enne Mariella Bacci. Anche in quel caso, dunque, un frontale auto contro camion. Ma, da Valli a Cavanella, su quella strada, si sono susseguiti, negli ultimi anni, decine di incidenti mortali, per restare solo nel territorio chioggiotto. Poco più in là, nel tratto polesano tra Rosolina e Taglio di Po, la storia è la stessa: decine di scontri e decine di vittime. Qualcuno chiede insistentemente, in occasione di ciascuna tragedia, che vengano installati gli autovelox fissi ma, subito, qualcuno controbatte che, anche nei casi citati ad esempio, non sarebbero serviti: a Valli, quella sera di qualche mese fa, c’era un traffico intenso, a Cavanella, all’una di dell’altra notte, probabilmente, non c’era traffico, ma potrebbe essersi trattato di una questione di velocità. In entrambi i casi, però, sono state le automobili a invadere le corsie dei camion e questo sembra chiudere ogni discussione. In realtà, però, è proprio la commistione di traffico pesante e traffico locale il problema di fondo della Romea: con migliaia di Tir che la percorrono, e con decine di migliaia di automobili che fanno lo stesso percorso, uno scontro, statisticamente parlando, prima o poi, ci sarà sempre.

Dunque l’unico provvedimento che, ragionevolmente andrebbe preso, sembra essere l’eliminazione del traffico pesante.(d.deg.)

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