È deciso: Fracasso sarà venduta
FIESSO. La Fracasso di Fiesso è stata ammessa dal Tribunale di Venezia al concordato liquidatorio. L’ex azienda di punta del settore dei di profilati stradali, recentemente, aveva subìto la nomina del commissario giudiziale. Di fatto la fabbrica ora verrà venduta a pezzi proprio dal commissario scelto dal Tribunale, per appianare un debito che sfiora complessivamente quasi i 50 milioni. Per i 120 lavoratori rimasti entro febbraio, quindi, sarà firmata a Roma la cassa integrazione che durerà per altri 12 mesi. A darne notizia è il referente della Fiom Cgil, Michele Valentini. Il commissario, scelto dal Tribunale per la gestione del concordato dopo la sua omologazione, è Roberto Ficotto, 50 anni. Un anno fa Ficotto era stato nominato dal sindaco di Cavallino, Claudio Orazio, amministratore unico della società comunale Ct Servizi srl. «Il 15 gennaio la proprietà rappresentata da Adriano Fracasso», spiega Valentini per la Fiom – Cgil, «ha presentato il piano concordatario di liquidazione che qualche giorno fa è stato accettato dal Tribunale. Ora la società è nelle mani del commissario nominato proprio dal Tribunale. Non è escluso che possano essere portati avanti e definiti anche dal commissario affitti di ramo d’azienda». L’accettazione del concordato di fatto chiude la fase di procedura concorsuale, avviata dal titolare il 22 febbraio 2013. L’azienda, che aveva in forza 191 dipendenti fra le sedi di via Barbariga di Fiesso e un’altra in Emilia, è riuscita a portare in porto in questi ultimi mesi solo l’affitto del ramo d’azienda del comparto “silos”, cioè una quarantina di persone. Sono falliti, invece, i tentativi di cedere un ramo d’azienda a una società tedesca. Una soluzione, caldeggiata dalla Fim - Cisl e dal sindaco di Fiesso, Andrea Martellato, ma che poi è naufragata. «Per fortuna quel tentativo è fallito», sottolinea Valentini, «non si barattano mai posti di lavoro con i diritti, qualsiasi sindacato lo deve tenere a mente. Ora, con l’azione del commissario giudiziale, ci sentiamo più tranquilli sui metodi e procedure che verranno adottate. Quello che va fatto subito comunque è la firma al ministero del lavoro della cassa integrazione per oltre 120 dipendenti (fra tutte le sedi) per l’ammissione al concordato, una procedura diversa dal fallimento» . Non sembra essere andato in porto infine poi, il tentativo di costituire una cooperativa di lavoratori che potesse prendere in gestione parte dell’azienda. «Il tentativo», conclude Valentini, «si è fermato sulle perplessità di molti lavoratori legate ai forti rischi d’impresa in un periodo così difficile per il mercato. Non è detto comunque che questa soluzione possa praticarsi in un secondo momento». Insomma ora il futuro per la Fracasso è chiaro, o il commissario riesce a collocare altri lavoratori in altri affitti d’azienda o ai 120 dipendenti non resterà dopo il prossimo anno che la mobilità.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia