E Casson sfida Brugnaro: "Confrontiamoci sui temi"
MESTRE. «Io sono pronto. Lancio il confronto a due sui temi fondamentali: sicurezza, finanza e bilancio, cultura e turismo, lavoro. Vediamo se sarà accolto. Confronti ogni due giorni, almeno, perché non ho capito che progetto ha Brugnaro. Vediamo se ha la competenza. E ai cittadini dico: noi siamo la linea fondamentale per salvare Venezia».
Felice Casson, al rientro dalla fuga defatigante in montagna, è pronto alla sfida del ballottaggio, che promette subito scintille. Il suo competitor, l’imprenditore Luigi Brugnaro accoglie e contrattacca. «Certo che ci sto al confronto diretto visto che lui finora ha rifiutato molti dibattiti con me. Ci sono un sacco di cose da chiedergli».
Scintille tra i due candidati sindaci che si sfidano alle urne il 14 giugno. Casson che conduce di 10 punti su Brugnaro. Ieri l’ex magistrato ha riunito la coalizione di centrosinistra a Mestre. Incontro positivo, spiega, e tanta voglia di fare. Dal Pd penalizzato dalle urne alla sinistra, che resta fuori dal consiglio comunale, nessuno si tira indietro: «Bisogna riportare i nostri a votare ma anche convincere quanti non lo hanno fatto vista l’assenza di votanti al primo turno, per esempio è mancato il 10 per cento di elettori Pd», dice Casson. Per battere l’astensionismo «occorre ridare fiducia ai cittadini. Noi sapremo governare la città partendo dai principi dell’etica e della trasparenza. E dobbiamo far capire alle persone che con il loro voto possono contribuire al futuro della città».
Apparentamenti? «Mi apparento con tutti i cittadini sui temi: dalla legalità alla sicurezza, dal lavoro all’ambiente. E poi chiariamo una volta per tutte: io non rappresento il partito del no perché non ho mai proferito una parola di blocco alle attività economiche o propongo alternative valide». E poi «non sono l’uomo dei centri sociali. Queste sono falsità». Cercherà un accordo con la Zaccariotto o i Cinque stelle di Scano? Casson è chiaro: «Dialogo e ho contatti con tutti, sui contenuti e i progetti. Difficile pensare ad apparentamenti formali ma io non ho barriere. Mi rivolgo a quelli che hanno votato altre liste, agli indecisi e ai non votanti». Oggi sarà a Roma per discutere con il governo del decreto anti locali e di misure per Venezia (7 milioni in sanzioni da togliere). «Se mi ha chiamato Renzi? Non ancora ma conto di vederlo domani», spiega.
La replica di Brugnaro. Il presidente della Reyer che con la sua lista ha superato il Pd (20 per cento) e insegue Casson partendo dal 28,5 per cento dei consensi, raccoglie la sfida. «Ho tante cose da chiedere a lui. Anzitutto se sarà capo dell’opposizione in Consiglio, se perde, e se rinuncerà al posto di senatore. Io ho già rinunciato a tutte le mie cariche», attacca Brugnaro. E continua: «Con Tommaso Cacciari che va in giro a tirare pietre come la mettiamo? E cosa dice dei miei manifesti coperti dai suoi? E poi sono nove anni che lavora alla nuova Legge speciale e cosa ha prodotto? Io non voglio liste della spesa dal governo ma che si possa fare impresa. E ricordo che è Renzi ad aver detto che hanno fallito. Loro».
Alla domanda se ha già avviato il confronto con i possibili nuovi alleati, da Bellati alla Zaccariotto, Brugnaro risponde secco: «Io mi apparento con tutti i cittadini. Gli incontri sono già iniziati, io incontro tutti. Ma non lo vengo a dire a voi. Il mio interesse è che vinca la città. Il mio è un progetto trasversale e sono pronto ad accogliere anche quanti, sbagliando, hanno votato al primo turno per Casson. Bisogna dire basta ai centri sociali che pensano solo alla libertà loro, e dire basta al partito del no. Sulle grandi navi siamo tutti d’accordo che non passino più per San Marco ma io propongo di passare per il Vittorio Emanuele».
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