Duecento beni pronti a passare ai Comuni

La lista degli immobili chiesti allo Stato comprende terreni, edifici dismessi, vecchie caserme e strutture militari
Di Giovanni Monforte

Nella «lista della spesa» c’è un po’ di tutto: molti terreni e porzioni di vecchi argini, ex case cantoniere ed edifici dismessi dai consorzi di bonifica, ma anche pezzi di parcheggi e strade, in particolare quelle che confinano con l’arenile nelle località balneari. Ma il piatto forte è costituito dalle vecchie caserme e strutture militari fuori servizio, su cui da tempo le amministrazioni locali hanno messo gli occhi in vista di una loro riqualificazione per altri usi. La «lista della spesa» è quella formulata da 23 Comuni della provincia all’Agenzia del Demanio, nell’ambito del cosiddetto «Federalismo demaniale».

Si tratta di quei beni, attualmente di proprietà dello Stato, che i Comuni puntano ad acquisire grazie a quanto previsto dalla legge varata nel giugno dello scorso anno. È stata la stessa Agenzia del Demanio a divulgare l’elenco completo delle richieste pervenute dai Comuni veneziani, comunicando che l’obiettivo è di dare una risposta a tutte le istanze entro il 15 aprile. Nel complesso, sono 193 le richieste di acquisizione avanzate dai Comuni, a cui vanno aggiunte le 51 del solo Comune di Venezia. In questa speciale classifica, dietro Venezia, figura Chioggia con 40 beni richiesti. Anche se le richieste maggiori si concentrano nel Veneto Orientale, dove spiccano San Michele al Tagliamento con 39 istanze (ma in gran parte sono stradine fronte arenile), Jesolo e Cavallino-Treporti con 23 ciascuna. La partita politicamente più rilevante si gioca sull’acquisizione delle basi militari dismesse. A spiccare è innanzitutto San Donà, dove la giunta Cereser ha richiesto di acquisire l’ex caserma dell’artiglieria «Tombolan Fava» in località Fiorentina. Prima di lui, inutilmente, tentarono di farlo i sindaci Magnolato e Zaccariotto, in un iter che dura da quasi 15 anni. Ma nella lista figurano anche la Polveriera Vecchia di Portogruaro, la caserma dell’Aeronautica militare di Concordia, l’ex poligono di Lame di Revelino a San Michele, nonché l’ex base logistica e di lancio di Ceggia, che il Comune in passato aveva tentato di acquisire per realizzarci al suo posto un maxi impianto fotovoltaico. Tra i beni richiesti c’è pure l’ex base missilistica di Meolo (Zona Lancio 56 Gr.It di Marteggia-Ca' Tron). È l’area che alcuni mesi fa il sindaco Basso aveva «offerto» al presidente Korablin per realizzarvi il nuovo stadio del Venezia, qualora fosse naufragata l’operazione Tessera. A scorrere l’elenco (la lista completa è consultabile sul sito dell’Agenzia del Demanio), non mancano aree conosciute, come l’ex tenuta agricola Mandraccio richiesta dal Comune di Cavallino-Treporti. A Eraclea è stata richiesta l’area golenale sul canale Revedoli, già in concessione al Comune che vi ha attrezzato un attracco fluviale. A San Michele le istanze riguardano anche l’ex casa cantoniera a San Giorgio e l’ex casa del responsabile del faro sulla punta destra della foce del Tagliamento. Lunga la lista di Jesolo, in sui spicca la Casa del Marinaio (caserma De Simone) di Cortellazzo.

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