Due writer sui tetti a San Moisè scoperti dai gondolieri e bloccati

Si erano arrampicati su un’impalcatura e avevano dipinto due pipistrelli sul palazzo di Prada Gli agenti li hanno fermati a San Marco. Sono stati denunciati per imbrattamento aggravato

VENEZIA. Niente da fare, due writers polacchi di 25 anni sono stati «pizzicati» anche se avevano scelto di dipingere una parete addirittura sopra i tetti di campo San Moisè. A segnalare la loro presenza al 113 sono stati i gondolieri dello stazio di San Moisè, quello davanti all’omonima chiesa.

Avevano visto i due sul tetto del palazzo a fianco del tempio, sotto il quale c’è il negozio di Prada, che con le loro bombolette imbrattavano il muro, così hanno chiamato la Polizia. Una Volante della Polizia è arrivata sul posto, ma i due se n’erano già andati, lasciando però il segno: due pipistrelli di colore arancione. Avevano lasciato anche la firma, «Ogien e Nowak», i loro soprannomi.

I gondolieri, però, avevano cercato di descrivere il loro abbigliamento: entrambi vestiti di nero, uno con lo zaino, l’altro con una videocamera con la quale aveva ripreso l’amico imbrattare il muro, un video che presumibilmente avrebbero postato in rete, in modo che il mondo intero avrebbe potuto vedere la loro impresa sui tetti della città unica al mondo.

I poliziotti hanno fatto buon uso delle descrizioni fornite loro dai gondolieri di San Moisè e hanno “pescato” i due giovani non lontano, a San Marco. Pensando di non essere stati notati, si erano addirittura fermati in Piazza, a sistemate lo zainetto, che era ancora pieno delle bombolette (tra l’altro dello stesso colore di quello utilizzato per disegnare i pipistrelli sopra i tetti). Gli agenti li hanno bloccati e identificati, M.K.J. e N.P.P., entrambi polacchi di 25 anni. Prove inconfutabili della responsabilità dei murales non solo le quattro bombolette spray dello stesso colore arancione utilizzato per i due murales, ma anche il video che uno dei due aveva registrato mentre l’altro dipingeva. Nella telecamera sequestrata a uno dei due, infatti, c’era il nastro con impressa la loro impresa sui tetti. Per raggiungerli, per loro fortuna, non avevano forzato serrature di porte o finestre, ma avevano utilizzato le impalcature montate a ridosso di un palazzo nella vicina calle Contarina. Per raggiungere quello a fianco della chiesa di San Moisè i due polacchi erano passati di tetto in tetto, tutti tra l’altro piuttosto spioventi e quindi pericolosi da percorrere.

I due polacchi, dopo essere stati identificati, sono stati denunciati a piede libero per imbrattamento aggravato compiuto in concorso tra loro, un reato che prevede la reclusione fino a un anno.

Giorgio Cecchetti

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