Due super consulenti per Zappalorto

Al commissario non sono bastati i sei legali dell’Avvocatura civica. A Ca’ Farsetti ha chiamato anche Tallarida e Salmini
Di Giorgio Cecchetti
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 18.07.2014.- Primo Consiglio Comunale del Commissario Vittorio Zappalorto. Cà Farsetti.
Interpress/M.Tagliapietra Venezia 18.07.2014.- Primo Consiglio Comunale del Commissario Vittorio Zappalorto. Cà Farsetti.

Il commissario straordinario Vittorio Zappalorto ama circondarsi di numerosi collaboratori che conoscano alla perfezione leggi e norme, tanto che ha chiamato a Ca’ Farsetti ben due consulenti giuridici. Non gli sono bastati i quattro sub commissari, come lui di carriera prefettizia e alcuni di loro sicuramente laureati in giurisprudenza. Non gli sono bastati i sei legali dell’Avvocatura civica che da anni si occupano delle questioni legali dell’amministrazione, così ha sentito la necessità, già alla fine dell’estate scorsa, di nominare come consigliere giuridico l’avvocato romano 75enne Antonio Tallarida.

Non contento, all’inizio dell’anno in corso, appena quattro mesi dopo, gli ha affiancato un altro consulente giuridico, l’avvocato veneziano 73enne Daniela Salmini. Entrambi pensionati d’oro, hanno percorso la loro carriera nell’Avvocatura dello Stato: Tallarida arrivando ad essere il vice avvocato generale dello Stato nella capitale, Salmini a capo dell’ufficio dell’Avvocatura dello Stato di Trieste.

Prima di finire nell’ufficio ai confini del Paese, però, la legale veneziana ha a lungo frequentato i palazzi romani del potere sia durante gli anni della Prima Repubblica sia in quelli della Seconda. Quando ancora esistevano Dc e Pci, l’avvocato Salmini è finita negli staff degli allora ministri Gianni De Michelis prima e Maurizio Sacconi in seguito. Caduta la Prima Repubblica non ha lasciato i ministeri per tornare alla sua professione: da sostenitrice di Silvio Berlusconi (è stata una dei primi veneziani a firmare il Patto per l’Italia lanciato dal leader di Forza Italia) si è guadagnata la poltrona di capo dell’Ufficio legislativo del ministro della Pubblica Istruzione Letizia Moratti.

E nelle pagine di cronaca dei giornali era finita nell’ottobre 1992, in piena bufera Tangentopoli, quando l’allora deputato Gianfranco Bettin chiese al ministro della Giustizia Conso di sapere se non ritenesse di aprire un’inchiesta sul fatto che «il dottor Michele Di Pace, nelle sue funzioni di consigliere giuridico del ministro degli Esteri Gianni De Michelis avrebbe fatto riferimento, nel corso di colloqui telefonici, con l’avvocato dello Stato Daniela Salmini, intercettati dagli inquirenti, a tentativi di accelerare i tempi di trasferimento del pubblico ministero Ivano Nelson Salvarani allo scopo di allontanarlo dall’inchiesta su affari e politica». Indagine veneziana che poi si concluse con la condanna di Gianni De Michelis, del suo segretario Giorgio Casadei, dell’altro ministro Carlo Bernini e di numerosi imprenditori e pubblici ufficiali. Anche Tallarida ha frequentato i palazzi del potere: uno degli ultimi incarichi che ha ricoperto è stato quello di capo dell’Ufficio legislativo del ministero delle Politiche agricole. Di lui, sei anni fa, si era occupato un servizio del settimanale Espresso, che lo aveva inserito tra gli avvocati dello Stato che percepivano notevoli introiti per incarichi extragiudiziari, oltre naturalmente al lauto stipendio dello Stato. Accanto al suo nome c’era la cifra di 80 mila euro.

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