Due scout a tu per tu con Laura Boldrini
MIRANO. «Cara Laura, ci impegniamo. Ovvero: noi giovani a servizio del Paese, per cambiarlo e migliorarlo». Scout a tu per tu con la presidente della Camera Laura Boldrini. Seduti simbolicamente sugli scranni di Montecitorio anche due ventenni di Mirano e Noale, che insieme ad altri 204 scout provenienti da tutta Italia hanno affidato alla terza carica dello Stato la “Carta del coraggio”, il documento sottoscritto lo scorso agosto a San Rossore, in Toscana, da oltre 30 mila rover e scolte.
Anna Toniolo, 21 anni, di Mirano e Matteo Dall’Agnol, 20, di Noale, erano nel contingente di “alfieri” dell’Agesci, l’associazione guide e scout cattolici italiani, arrivati domenica a Roma per consegnare a chi ha in mano le sorti del Paese il preciso atto di impegno dei giovani italiani.
In pratica la loro rinuncia a defilarsi, la promessa di “immischiarsi” e recitare un ruolo da protagonisti nel futuro dell’Italia, della Chiesa e del mondo. Il contrario di quello che oggi sembra prevalere nell’atteggiamento della maggior parte dei giovani. «Questa carta è un po’ una sfida per me», spiega Anna di ritorno da Roma, «un’azione di coraggio per fare proposte forti, scomode anche. Vogliamo diventare testimoni di legalità, amore e valori che appaiono forse poco concretizzabili, soprattutto tra chi, come noi, ha in mano il futuro del Paese. Alle istituzioni chiediamo solo di riscattarsi dall’idea negativa diffusa che la gente ha di loro: in cambio ci impegniamo a essere buoni cittadini, consacrati alla verità e alla legalità».
«La Carta del coraggio è la richiesta formale alle sfere politiche, ecclesiastiche e alle associazioni dei bisogni e le volontà degli oltre trentamila giovani di San Rossore», aggiunge Matteo, «Essere buoni cittadini oggi significa proprio mettere in pratica, nel concreto, quel “ci impegniamo a”, significa superare la pigrizia e la vergogna, informarsi, non stancarsi di essere testimoni di gesti quotidiani per salvaguardare il territorio, l’ambiente, la legalità, l’amore e la chiesa».
Il senso della giornata è stato riassunto dalla stessa Boldrini, in un messaggio ai giovani, insieme all’immancabile “selfie” di gruppo dall’aula della Camera: «Non è un gioco, ma un importante esercizio di democrazia, che si traduce in precise richieste contenute in questa Carta». Boldrini si è impegnata di fronte ai giovani a stimolare nei gruppi parlamentari una legge per la cittadinanza dei figli di stranieri nati in Italia e di istituire la “giornata nazionale del servizio”, ma soprattutto ha promesso di sensibilizzare i ministri competenti sulle proposte della carta, dall’educazione ambientale agli organi locali consultivi giovanili.
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