Due religioni unite per la pace una sola preghiera a Capodanno

Iniziativa del parroco della chiesa della Cita e del presidente della Comunità islamica veneziana Lettera distribuita ai residenti: «Siamo amici che chiedono lo stop alla guerra in Medio Oriente»

MARGHERA. Una preghiera e un’invocazione per la pace universale, al di là di ogni razza, religione e appartenenza sociale partirà da Marghera la sera dell’ultimo dell’anno per raggiungere, idealmente, i posti più lontani del mondo, uniti dalla parola araba “sshukran”, grazie. Fautori dell’iniziativa, che unirà in una sola voce le realtà cattoliche e musulmane della terraferma, due autorevoli rappresentanti dei rispettivi mondi, amici veri sempre pronti al dialogo e al confronto: don Nandino Capovilla, combattivo parroco della parrocchia della Cita, la più multietnica della terraferma, e Mohamed Amin Al-Ahdab, presidente della Comunità degli islamici di Venezia e da anni in prima fila per la lotta per la nuova moschea. L’idea è nata durante uno dei molti incontri tra i due ed è diventata realtà in poco tempo, giusto quello per mettere giù le righe di un testo comune.

«Per i cattolici», spiega don Nandino, «è tradizione terminare l’anno con la preghiera del Te Deum, il ringraziamento a Dio per quanto di buono avuto e la speranza per l’anno nuovo. Questa volta abbiamo deciso, come proseguimento di un lavoro di unione tra le comunità, per un Te Deum che diventa Sshukram, grazie in arabo, da leggere uguale alle rispettive celebrazioni delle comunità e che contenga la nostra comune invocazione per la pace e l’unione tra la gente. È un’iniziativa personale, decisa da due amici, ma penso che nessuno possa avere qualcosa da ridire».

Il testo sarà, dunque, un ringraziamento comune del parroco e del presidente della comunità islamica a Dio e una richiesta per la pace in Medio Oriente, tema molto trattato negli incontri tra le due comunità data anche l’origine siriana di Amin Al-Ahdab. «Un particolare riferimento», anticipa don Nandino, «sarà al fatto che gli uomini di tutte le fedi non si devono mai permettere di usare il nome di Dio per avvalorare le loro guerre».

La lettera verrà letta una prima volta da don Nandino alla messa nella chiesa della Resurrezione della Cita del 31 dicembre alle 18,30, per poi essere ripetuta all’incontro serale di fine anno della Comunità Islamica a Marghera ed essere infine distribuita come testo scritto agli appartenenti alla due comunità, ma sembra evidente che non ci vorrà molto tempo per vederla diventare uno degli auguri di buon anno a maggiore diffusione, per lo meno locale, sui social network.

Massimo Tonizzo

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia