Due pediatri indagati per il bambino morto

L’inchiesta sul caso del piccolo di 5 anni deceduto all’ospedale di San Donà La Procura nomina il perito per l’autopsia. La famiglia contesta l’operato dell’Usl
Di Giovanni Cagnassi
SAN DONA' DI P. - DINO TOMMASELLA - COLUCCI - INGRESSO PRONTO SOCCORSO
SAN DONA' DI P. - DINO TOMMASELLA - COLUCCI - INGRESSO PRONTO SOCCORSO

Bimbo di sei anni morto all’ospedale di San Donà, sono due finora i medici indagati dalla Procura di Venezia dopo l’esposto presentato dal legale della famiglia, l’avvocato di Pordenone Roberto Russi.

Si tratta di una pediatra dell’ospedale e di un medico di base di San Donà, anche lui pediatra di libera scelta.

Intanto l’Usl 4 ha diramato un comunicato nel quale precisa che il 30 dicembre, giorno del decesso, il piccolo di origine nigeriana è stato portato dai genitori al pronto soccorso di San Donà e classificato dal medico del Triage con il codice rosso. Applicate tutte le manovre dal personale, per rianimarlo, con il team formato dai vari medici, anestesista e pediatra. Era stata rilevata attività cardiaca per circa 15 minuti e le manovre rianimatorie sono proseguite per 70 minuti fino al tragico decesso che ancora non ha una spiegazione.

Per chiarire subito le cause del decesso è stata pertanto richiesta un’autopsia interna all’ospedale di San Donà. Nessun medico del pronto soccorso risulta indagato a conferma che il personale ha svolto il suo lavoro e non risulta responsabile del decesso secondo le indagini.

La dirigenza dell’Usl ha giudicato pretestuose le critiche espresse dal Pd regionale e locale in merito alla vicenda e garantito massima collaborazione alla Procura. E tutta l’Usl ha formulato le condoglianze alla famiglia di Musile prostrata dal dolore.

Ma il legale della famiglia, avvocato Roberto Russi, è perplesso per quanto accaduto. «Non riusciamo a comprendere il motivo dell’autopsia eseguita internamente», ha detto il legale, «secondo una prassi inusuale. Il bambino era stato visitato varie volte tra pronto soccorso e pediatri. Noi non vogliamo accusare nessuno e siamo fiduciosi nella magistratura che farà luce su una morte ancora misteriosa. Il bambino accusava malore all’altezza dell’ombelico e gli sono stati suggeriti dei fermenti lattici che non erano certo il rimedio opportuno. Dovevano essere garantiti esami approfonditi e codici di urgenza nelle sue condizioni, cosa che non è stata fatta a nostro avviso».

La Procura ha già nominato il medico legale per la perizia, la dottoressa Silvia Tambuscio di Padova, con comprovata esperienza. Saranno esaminati tutti i campioni prelevati e anche gli organi interni per cercare di individuare la causa della morte ancora da scoprire.

Il sostituto procuratore Paola Mossa, titolare del fascicolo, attende a breve i risultati degli accertamenti da parte del medico legale. Non è pertanto ancora stata fissata la data dei funerali del piccolo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia