Due in bici al buio in Romea, così è morta Chiara

La 14enne viaggiava con l’amica, ferita: inutile il massaggio cardiaco. Erano a fari spenti: una moda tra i ragazzi più che una dimenticanza

CHIOGGIA. All’improvviso più niente. Il buio totale. La macchina le ha prese da dietro e ha colpito in pieno Chiara. Spazzandola via. Prova a ricordare l’amica di Chiara Pavanello, 14 anni di Borgo San Giovanni di Chioggia, che l’altra sera era con lei quando la Volkswagen Polo le ha travolte. Prova ma non ricorda niente. Solo buio. Ricorda solo di aver detto all’amica: “Ma è la strada sbagliata” e ha udito Chiara rispondere: “No è la strada giusta”. Poi il nulla.

Quattordicenne perde la vita, travolta in bici
Chiara


L’amica di quindici anni si è risvegliata in un letto d’ospedale per i traumi riportati e qui le hanno messo ottanta punti. È piena di botte e lividi. Anche l’altro ragazzo che era con loro, su un’altra bicicletta, è finito in ospedale. Per lui una storta alla caviglia e qualche botta. E c’è un’altra ragazzina, che era dietro e ha visto tutto. Da sabato lei è sotto choc. Insieme, sabato sera, avevano deciso di andare a mangiare da Mc Donald’s. Allora Chiara prende la sua bici elettrica e sale insieme all’amica. Chiara siede dietro e l’amica, in piedi, guida. Una prassi parecchio attiva tra i ragazzini di Chioggia. L’altro ragazzo prende un’altra bici.

Ma sono le 19.40 e lungo la Romea, all’altezza di Brondolo, sulla rampa che conduce al supermercato Clodì, una Volkswagen Polo, guidata da un quarantenne italiano, che procede nella stessa direzione, li travolge in pieno colpendoli da dietro.

Le bici finiscono scaraventate sull’asfalto, una di queste, quella dove viaggiava Chiara, perde il sellino e alcuni pezzi. «Una scena incredibile», raccontano alcuni testimoni, «e poi quelle scarpe e quel viso di quella creatura. Non dimenticherò mai gli occhi sbarrati».

Per Chiara non c’è stato nulla da fare. A chi ha prestato i primi soccorsi, la situazione è apparsa grave. A nulla sono valsi i tentativi di rianimare Chiara. Anche l’amico che era con loro ha provato a farle il massaggio cardiaco. A giungere sul posto anche i carabinieri della compagnia di Chioggia, i vigili del fuoco e gli uomini del commissariato che hanno deviato il traffico, andato in tilt. La strada all’uscita di Chioggia verso Ravenna era bloccata. Ora i carabinieri stanno ricostruendo la dinamica. Secondo alcuni testimoni i ragazzini erano in bici e senza luci.

Chiara viaggiava insieme all’amica. Una prassi, come confermano fonti ufficiali, che tra i ragazzi chioggiotti non è nuova. Ragazzini su queste bici elettriche, corrono in due, uno siede dietro e l’altro, in piedi, guida. In più: senza fari, di notte e su una strada pericolosa. «Non te lo meritavi», ha scritto su Facebook il ragazzo investito rivolgendosi a Chiara, «eri splendida con quel sorriso stupendo. Ricordo tutto di te. Sogni d’oro piccola principessa».

Una valanga di messaggi sui social

Ma c’è anche un’altra importante testimonianza per capire la dinamica del terribile incidente. «Le avrebbe investite chiunque, era buio, troppo buio, senza luci non si potevano vedere». Questa le parole di un testimone oculare. È stato il primo a intervenire, a cercare di portare soccorso, assieme all’autista della Polo che aveva investito le bici. Come scritto Chiara Pavanello viaggiava nella stessa bici elettrica assieme a una amica, mentre si recavano al Mc Donald’s e probabilmente l’impatto con l’auto, che procedeva nella stessa direzione di marcia sul cavalcavia di Brondolo nei pressi del Clodì è avvenuto in seguito a una manovra della bici delle ragazze che volevano sorpassare l’amico, spostandosi così verso il centro della carreggiata, una manovra che a fari spenti, in Romea, ha causato lo scontro tra la Polo e la bici.

Il violento tamponamento ha fatto sbalzare le due ragazze dal piccolo sellino della bici elettrica (che non può portare due persone, anche se purtroppo è di uso comune tra i giovanissimi ciclisti) che hanno quindi impattato violentemente sull’asfalto. Ad avere la peggio è stata Chiara che ha fatto involontariamente scudo con il proprio corpo all’amica, attutendone la caduta ed evitando un’altra tragedia. Per Chiara è stato sin da subito evidente che la situazione era molto grave in quanto la ragazza, come hanno riportato i testimoni, non mostrava segni di vita.

«Non potrò mai dimenticare, afferma un testimone, «gli occhi ancora sbarrati della ragazza distesa sull’asfalto». Anche l’autista della Polo è rimasto leggermente ferito ed è ricorso alle cure del Pronto soccorso ma per lui rimane lo choc più grande di avere spezzato involontariamente la vita di una giovane.

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