Due denunce per l’urna sparita
MIRA. «Vogliamo un risarcimento per l’incredibile vicenda capitata a una famiglia a cui sono state smarrite le ceneri della mamma. Qualcuno deve rispondere di quello che è successo. Faremo causa a Comune e ditta incaricata». A dirlo sono Annalisa e Renata Cagnin, che ricostruiscono una storia che ha dell’assurdo e che stamattina salirà alla ribalta nazionale alla trasmissione “Tempo & Denaro”, condotto in studio da Elisa Isoardi e in onda dalle 11.05 su Rai1.
I fatti risalgono a dicembre 2015. Le due donne residenti a Mira, come gli altri loro familiari, ricevono la lettera dal Comune che la salma del papà Gino, deceduto nel 1991, sarà esumata il 29 dicembre, nell’ambito di una sessantina di esumazioni “di emergenza” per ricavare spazi nel cimitero di Gambarare, con i lavori fissati a cavallo del 25/26 dicembre. Un periodo considerato inopportuno da tutti gli operatori del settore e che ha anche costretto le famiglie dei defunti al riconoscimento delle spoglie del caro estinto durante le feste natalizie. All’interno della tomba a terra dove l’uomo era sepolto, sopra la sua testa e protetta da un pozzetto, ci dovevano essere anche la teca con le ceneri della moglie, Livia Bottacin, scomparsa nel 2011 e cremata. Le figlie hanno voluto riunirli da subito e sono state autorizzate a riporre provvisoriamente l’urna della mamma nella tomba del papà, in attesa di spostarli entrambi nell’ossario dopo l’esumazione di quest’ultimo. Che le ceneri fossero lì non c'è dubbio: nella lettera del Comune di Mira, che ha ricevuto anche l'Art.co, la cooperativa che ha in appalto i servizi cimiteriali, era specificato chiaramente.
Il giorno stabilito, Annalisa Cagnin si reca in cimitero, ma quando arriva gli addetti'dell’Art.co sono già avanti coi lavori: gli operai hanno già rimosso la lapide, aperto la tomba e scavato con una ruspa per arrivare alla cassa. Sono già pronti a consegnarle le ossa del padre, ma quando la signora chiede di avere anche l’urna con le ceneri della madre cadono dalle nuvole. La signora Cagnin, comprensibilmente sotto choc, ha continuato a far presente che lì sotto le ceneri dovevano esserci e che la loro presenza era chiaramente certificata dalla lettera del Comune. Ma non si trovano più.
Per ottenere giustizia la famiglia si è riVolta alla società Infortunistica Studio 3 A che ha presentato denuncia querela ai carabinieri. Il Comune ha scaricato la responsabilità sulla ditta, che invece ritiene di non essere responsabile.
Ieri sulla vicenda è arrivata una nota del Comune di Mira: «Il Comune esprime vicinanza alla famiglia per un disagio che nessuno dovrebbe vivere. È stata fatta una verifica interna. Al momento dello scavo la ditta non ha rinvenuto l’urna. Il Comune ha sporto formale denuncia ai carabinieri,dato che non c’è spiegazione di questa assenza».
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