Ducale “proibito” a un disabile
VENEZIA. Niente visita a Palazzo Ducale per un giovane disabile, con la sua sedia a rotelle.
Disavventura a Venezia per un ragazzo di 15 anni che frequenta il liceo scientifico “Enrico Medi” di Battipaglia. Gioacchino Maturi vive a Bellizzi con i genitori Livio e Patrizia Di Muoio ed è costretto a vivere su una carrozzella a causa di una disabilità. Con i compagni della sua classe ha partecipato ad una gita scolastica in Veneto dal 29 marzo allo scorso 5 aprile, visitando città come Padova, Vicenza e, appunto, Venezia. Al seguito, anche la madre come accompagnatrice. Ma la Serenissima è stata poco ospitale per Gioacchino, che a Venezia ha sofferto la presenza di barriere architettoniche del tutto inaspettate al gruppo, in una città nota in tutto il mondo e frequentata da milioni di turisti. Su molti dei ponti che Gioacchino ha dovuto attraversare non c’erano le pedane. Persino visitare Palazzo Ducale è stato impossibile per il giovane studente. Il tutto, nonostante la solidarietà espressa dai compagni di classe del ragazzo, che hanno più volte aiutato la madre ad alzare la carrozzella (per un peso totale di circa 100 chili) per aiutare Gioacchino ad attraversare i ponti. La guida ingaggiata dal liceo per visitare Venezia, pure dimostratasi efficiente nel ricercare strade alternative che per quanto possibile evitassero ponti e stretti calli da attraversare, avrebbe mostrato un evidente imbarazzo nel gestire la situazione.
Al ritorno dalla gita scolastica, insegnanti e genitori di Gioacchino hanno subito avvisato la preside del liceo, Silvana Rocco.
«Per tutti noi è stata una situazione insostenibile e mi è dispiaciuto molto per mio figlio», commenta la signora Patrizia Di Muoio, «abbiamo visitato città come Padova e Vicenza senza alcun problema. Invece a Venezia abbiamo trovato l’insospettabile. È incredibile che in una città del genere, conosciuta in tutto il mondo, ci siano problemi di deambulazione per le carrozzine».
La donna racconta la giornata di visita in città: «La mattina siamo usciti dall’albergo che ci ospitava ed abbiamo preso un battello per recarci in piazza San Marco e visitare il centro di Venezia, ma il traghetto ci ha condotti a poche centinaia di metri dal luogo di destinazione e per raggiungerlo c’erano da attraversare quattro ponti. Ebbene, solo l’ultimo, quello che portava alla Piazza, aveva le pedane. Attraversare i primi tre è stata una fatica immane, giacché abbiamo dovuto sollevare la carrozzella di Gioacchino sia in salita che in discesa. Per questo ringrazio i compagni di classe di mio figlio che non si sono mai sottratti a tale fatica. I veneziani ci guardavano, qualcuno ci ha espresso solidarietà e dei carabinieri si sono scusati per queste difficoltà». «Arrivati a Palazzo Ducale, per Gioacchino non c’è stato nulla da fare», conclude la madre, «non ha potuto visitarlo perché c’erano altre barriere architettoniche. Anche per andare al ristorante abbiamo dovuto seguire un percorso alternativo, trovato dalla nostra guida».
Per il povero Gioacchino, Venezia di certo non sarà ricordata come una Serenissima.
Francesco Piccolo
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