Droga, trenta nuovi accessi al mese al Drop-in di Mestre

I dati del servizio per la prevenzione del consumo di via Giustizia: cocaina sempre più diffusa tra i giovani, anche 14enni
Siringhe abbandonate in un parco a Mestre
Siringhe abbandonate in un parco a Mestre

MESTRE. Trenta nuovi accessi al drop-in di via Giustizia al mese e la cocaina che sta dilagando tra i giovanissimi e che però non fa notizia come l’eroina. Giovedì pomeriggio la Guardia di Finanza ha arrestato un tunisino mentre spacciava a dei minorenni non lontano da una scuola media, alla Cipressina, in un’area verde frequentata anche da bambini. Non è un caso, la cocaina tra i minorenni è un fenomeno. Lo sanno bene i servizi del Comune che si occupano di riduzione del danno e che tracciano i nuovi fenomeni nel mondo delle dipendenze.

«L’uso di cocaina è molto più diffuso di quanto uno possa pensare. L’eroina fa più notizia perché qui ha ucciso», spiega uno degli operatori del servizio riduzione del danno, «Ci sono ragazzini anche di 14 anni che fanno uso di cocaina. A Mestre come a Venezia centro storico. A portarla sono soprattutto albanesi mentre a spacciarla in strada sono quasi sempre tunisini». A Mestre i ragazzini la usano a cielo aperto. Fino a qualche settimana fa i ragazzi che frequentavano l’area di piazza Barche prima l’acquistavano dal tunisino che arrivava in zona e poi andavano a consumarla nei bagni dei locali. A seguito di numerosi interventi delle forze dell’ordine e della polizia locale ora, la gran parte di questi ragazzi, si sono spostati nell’area verde di via dell’Ospedale. E anche lì vengono raggiunti dai pusher tunisini. Sempre tunisini e albanesi riforniscono la piazza veneziana sia nella zona di Rialto che in quella di Santa Margherita.

L’uso della cocaina sta diffondendo anche un altro fenomeno, quello del crack. Sempre più giovani ne fanno uso. «Purtroppo anche da noi i ragazzi hanno imparato a cristallizzare la cocaina impiegando l’ammoniaca, Lo fanno i nordafricani che spacciano e sono tossicodipendenti, ma lo fanno anche molti ragazzi. C’è chi si è messo a vendere ammoniaca ai tossicodipendenti», spiega l’operatore. Ed è stata proprio una bottiglia di ammoniaca ad esplodere e ferire un militare del Reggimento Serenissima dei lagunari lo scorso anno mentre stava controllando i resti lasciti da alcuni tossicodipendenti nel sottopasso ciclopedonale della stazione ferroviaria. Con il crack l’effetto dello stupefacente e molto forte da qui il successo tra i giovanissimi e non solo tra loro.

 

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