Droga sulle scale, ubriachi sotto casa. A Mestre scatta la rivolta del condominio

Novanta famiglie di via Cappuccina scrivono al Comune: «Diteci che qui comandano i pusher». Il residente: «Si bucano davanti agli occhi di bambini e famiglie. Brugnaro aveva fatto tante promesse: ora venga a prenderseli e se li tenga in Comune»
Mitia Chiarin
Alcuni tossicodipendenti si preparano per il buco sugli scalini del condominio
Alcuni tossicodipendenti si preparano per il buco sugli scalini del condominio

MESTRE. «Vorremmo riavere la nostra libertà; goderci la città e le nostre case senza paura». Le oltre 90 famiglie del condominio “Bandiera 2006” all’angolo tra via Cappuccina e rampa Cavalcavia, hanno ieri recapitato attraverso il loro amministratore, Luca Rizzi, una petizione-esposto al sindaco, al prefetto, alle forze dell’ordine, ai giornali che è un grido, accorato, di aiuto alle istituzioni.

Uno dei tossicodipendenti che vanno a smaltire lo sballo davanti al condominio
Uno dei tossicodipendenti che vanno a smaltire lo sballo davanti al condominio

Non ne possono più di vivere in mezzo a spacciatori e tossicodipendenti. Il loro condominio, con ampi portici, è piena zona di frontiera, dove la libertà di essere normali cittadini, è «messa quotidianamente in discussione da una situazione che si trascina da anni e che peggiora di giorno in giorno».

Il buco è sotto gli occhi di tutti, anziani e bambini compresi. Il problema, qui, è il mercato della droga. Come non capirli scorrendo le decine di foto del dossier inviato a tutti.

I portici del grande condominio sono zona di incontro tra consumatori e spacciatori, di consumo di sostanze, di bivacco, di piccoli furti e ingressi illegali alla ricerca di qualcosa da rubare per pagare la dose.

Di fronte c’è l’ex parcheggio a fianco di via Dante e dell’hotel Regit dove si spacciano e consumano sostanze, 24 ore su 24. Qui di recente un uomo è morto per overdose.

Roberto Barina è tra i più anziani, vive qui dal 1973. «Per cultura e istruzione ho un grande rispetto delle istituzioni ma mi sento preso in giro. Le mie mail al sindaco non hanno mai avuto risposta. Ci dicano che dobbiamo starcene chiusi in casa perché a comandare sono i pusher... Ma non possono cadere dalle nuvole».

«A noi tocca vivere in mezzo alla sporcizia, alle siringhe. Esci di casa e sul portone trovi tre, quattro tossicodipendenti che minacciano. Non è vita, questa», racconta. «Il sindaco aveva promesso di intervenire. Che venga a prenderseli e li ospiti nell’androne di Ca’ Farsetti», si sfoga.

La preparazione di un'iniezione di droga davanti al condominio
La preparazione di un'iniezione di droga davanti al condominio

L’avvocato Marco Rigo ci racconta: «Abito qui da dieci anni ma da cinque la situazione è diventata esasperata. Non si può neanche fare una cena a casa in tranquillità. Prima dell’arrivo degli ospiti lo scorso Natale sono corso giù a pulire perché c’era di tutto».

«Siamo sempre in allerta perché entrano per rubare, negli appartamenti, nelle cantine, nei garage sotterranei. E non vediamo segnali di speranza che noi invece chiediamo perché siamo un condominio che investe nella rigenerazione: a settembre partiamo con i cantieri del 110 per cento e ci piacerebbe di essere compresi ed ottenere un aiuto».

Poco lontano, in via Ca’ Marcello e in stazione il via vai di turisti, spiega l’avvocato, rende l’idea di una città vitale. Ben diversa da quella che vede sotto casa e nel quartiere.

«Chiediamo una iniziativa urgente non propagandistica ed efficace che veda tutti collaborare - istituzioni e cittadini - per una sempre più impellente rigenerazione di questa parte di città e per una soluzione dei problemi», scrivono, che «non può che essere operare contemporaneamente e rapidamente con politiche multisettoriali coordinate che coinvolgano una riqualificazione degli spazi pubblici, delle politiche sociali e anche di sicurezza e lotta alla criminalità. Basta parole e promesse, servono fatti prima che sia troppo tardi», avvertono, spiegando che le responsabilità, poi, sapranno a chi darle.

Chiedono un presidio permanente di polizia nel quadrante compreso tra la stazione ferroviaria e via Tasso, tra Corso del Popolo e Via Piave, la grande area dove si muovono spacciatori e consumatori da tutto il Veneto. Chiedono mano dura contro lo spaccio assieme alla riattivazione di «servizi sociali sul territorio per allontanare i tossicodipendenti dalla strada e ricondurli a strutture sociosanitarie».

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