«Droga, la vera emergenza E caserme più razionali»

Il generale Cavaliere lascia il comando dei carabinieri del Veneto dopo quattro anni «Le nostre stazioni punto di riferimento per molti disperati colpiti dalla crisi»
Di Francesco Furlan
Interpress/Mazzega Mion Venezia, 13.09.2013.- Carabinieri Venezia, nella foto l'arrivo dell Gen. D. Sabino Cavaliere a San Zaccheria per i saluti e le premiazioni oprima del suo trasferimento a Roma.-
Interpress/Mazzega Mion Venezia, 13.09.2013.- Carabinieri Venezia, nella foto l'arrivo dell Gen. D. Sabino Cavaliere a San Zaccheria per i saluti e le premiazioni oprima del suo trasferimento a Roma.-

L’emergenza della lotta al traffico e allo spaccio di droga, la ristrutturazione delle caserme, l’apprezzamento per i comandanti di stazioni che, quasi come parroci, «sono stati, nel Veneto dei tanti imprenditori suicidi, una spalla importante, raccogliendo gli sfoghi di molti cittadini, stemperando così l’emergenza sociale». Al termine di quattro anni di servizio, in attesa di prendere servizio al comando interregionale di Roma, ieri il comandante dei carabinieri del Veneto, il generale Sabino Cavaliere, è stato al comando provinciale di San Zaccaria per salutare i suoi uomini e tracciare il bilancio dei suoi 4 anni. Il successore di Cavaliere, che comunque resterà in Veneto fino a ottobre, non è ancora stato indicato. Ieri il comandante regionale ha voluto ricordare, tra le attività svolte a Venezia, soprattutto le indagini che hanno portato all’arresto di Renzo Dekleva per l’omicidio della moglie Lucia Manca: «Un lavoro d’indagine certosino e che ha permesso di arrivare all’individuazione del colpevole. Un’indagine perfetta».

Sul fronte delle cose da fare la vera emergenza resta quella della droga «A Venezia come in Veneto: sia per ciò che riguarda lo spaccio, perché essendo una terra ricca c’è ancora tanta domanda, sia per ciò che riguarda il traffico di stupefacenti con il Veneto in posizione strategica dal punto di geografico», e soprattutto in relazione con i paesi d’area balcanica, e dell’Est Europa.

I quattro anni di Cavaliere sono stati anche quelli della crisi e della spending review. «Come in tutte le crisi si registra una recrudescenza dei crimini, ma soprattutto di quelli più piccoli», dice il generale, spiegando anche che i comandanti delle stazioni, soprattutto nei paesi più piccoli, hanno avuto un ruolo fondamentale, come punto di riferimento per molti cittadini disperati, per cercare di allentare la tensione sociale. Con l’obiettivo di garantire un migliore controllo del territorio, si sta lavorando a una razionalizzazione delle caserme nel territorio. Lo sanno bene a Mira, dove la stazione di Oriago,tra molte voci contrarie, compresa quella dell’amministrazione, è in fase di chiusura per essere assorbita dalla tenenza di Mira.

«La logica di una caserma per ogni comune non ha più senso», aggiunge Cavaliere, «perché è meglio che i carabinieri siano fuori a controllare il territorio, piuttosto che in caserma a controllare i muri».

Non a caso cita il caso Bellunese del Cadore dove tre distinti reparti sono stati riuniti della caserma di Santo Stefano di Cadore garantendo, spiega, un migliore presidio del territorio. Difficile dire ora se vi saranno altre caserme destinate a chiudere, ma la razionalizzazione in corso potrebbe avere presto altre tappe. E presto, in un territorio ritenuto scoperto, aprirà presto la nuova caserma di Martellago.

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