Droga e rapina con il machete caccia aperta al terzo bandito

San Donà. I carabinieri cercano l’uomo che impugnava il coltello durante l’aggressione Le tre giovani vittime sarebbero estranee allo spaccio e scambiate per altre persone
Di Francesco Furlan

Dopo aver fermato due degli autori dell’aggressione con rapina del primo gennaio, in via Giorgione, i carabinieri di San Donà e del Nucleo investigativo di Venezia sono alla ricerca del terzo uomo: si tratta di un dominicano, connazionale quindi dei due fermati, che dovrebbe vivere tra la Spagna e l’Italia, e che in queste ore potrebbe trovarsi all’estero. Stando alla ricostruzione dei tre ragazzi - due colombiani e una sandonatese - vittime dell’aggressione si tratta dell’uomo che impugnava il coltello, lo stesso trovato venerdì sera, ancora sporco di sangue, dai carabinieri.

I militari lo hanno trovato assieme al revolver - che poi si è scoperto essere falso - nel cesto di una lavatrice in un appartamento di Mestre, abitato da una donna che stava dando ospitalità a uno dei due fermati, Darlin Sanchez Carrasco e Josè Andersen Sangiovanni, entrambi di 31 anni, ora in carcere a Santa Maria Maggiore in attesa della convalida del fermo, prevista per questa mattina.

Come si ricorderà i due - con il terzo complice che manca all’appello - venerdì primo gennaio erano entrati nell’appartamento occupato da appena due giorni dai tre ragazzi chiedendo la restituzione di 10 mila euro. Di fronte alle facce sbigottite dei tre ragazzi - che risultano essere estranei alla vicenda - li aveva picchiati, feriti con il coltello e rapinati di ciò che avevano trovato in casa, 400 euro e un telefono cellulare. L’ipotesi investigativa però è che i tre aggressori stessero cercando qualcun altro - l’appartamento di via Giorgione era stato lasciato ai tre amici da un cugino di uno dei due ragazzi colombiani - e che i tre amici tra i 18 e i 21 si siano trovati quindi nel posto sbagliato e al momento sbagliato. Ma chi cercavano i tre aggressori e per quale motivo pretendevano la restituzione di 10 mila euro?

Sono le domande sulle quali si stanno interrogando gli inquirenti, il cui sospetto è che la somma abbia a che vedere con una partita di droga non saldata nei tempi stabiliti, bisognerà capire da parte di chi. Il primo obiettivo dei carabinieri era fermare gli autori di una rapina violenta e con l’uso di un machete - l’unica arma non ritrovata - che aveva creato allarme in città. I carabinieri sono arrivati ai due dominicani, che avevano agito a volto scoperto, dopo aver fatto vedere alle vittime un centinaio di foto di sudamericani già foto-segnalati e dopo aver individuato delle schede telefoniche da loro utilizzate. Da alcuni giorni la loro presenza era segnalata a Mestre. Venerdì sera li hanno fermati nei pressi del parco Bissuola, uno stava andando a dormire a casa di un’amica, l’altro in un affittacamere abusivo in via Moro, lungo il Terraglio.

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