Dragon boat rovesciato dalle onde 23 studenti finiscono in acqua
Rovesciati in acqua con il loro dragon-boat dalle onde dei motoscafi. Nessuna conseguenza e un po’ di paura per 23 studenti del Sarpi, che ieri assaporavano la loro gita in laguna a bordo dell’imbarcazione dell’associazione Laguna Sport di Gloria Rogliani. Il rovesciamento è avvenuto alle 11.15, davanti al canale delle Fondamente Nuove. La barca con gli studenti a bordo aveva appena attraversato il trafficatissimo canale proveniente dal rio di Santa Giustina per dirigersi come sempre verso la secca. Ma qui onde incrociate alte un metro provocate da due taxi e un’ambulanza del Suem hanno fatto imbarcare acqua alla leggera imbarcazione, che poi è affondata. I ragazzi, che erano tutti dotati di salvagente, si sono messi in salvo anche vista la bassa profondità dell’acqua. Sono stati soccorsi dopo pochi minuti dall’equipaggio di un’idroambulanza della Sanitrans. Riscaldati e riportati nella palestra della Canottieri Querini, dove si sono asciugati e cambiati. Nessuno di loro ha fatto ricorso alle cure del Pronto soccorso, a parte un controllo per una ragazzina che aveva battuto la testa nel rovesciamento.
Sul posto anche due imbarcazioni veloci della Guardia di Finanza che hanno provveduto a effettuare i rilievi del caso. Ma non ci sono state conseguenze. Nemmeno per il dragon boat, svuotato e riportato alla «base».
Sulla dinamica dell’incidente le versioni dei testimoni coincidono. In quel tratto trafficatissimo di canale che porta da San Marco all’aeroporto, ma anche crocevia per Murano, il Lido e le isole, si incrociano ogni mattina migliaia di mezzi Motoscafi del GiraCittà, mezzi di Alilaguna, taxi e topi da trasporto, qualche Gran Turismo. Sorveglianza quasi inesistente, così come i controlli via telecamera e telelaser. Così le velocità sono spesso superiori agli 11 – o 7 – chilometri orari previsti. Le onde si incrociano, in particolare in alcuni punti come l’entrata in rio della Querini, che porta alla Pietà e San Marco, l’ingresso al rio dei Mendicanti, al rio di Noale. Difficile per la vicina scuola della Querini organizzare i corsi di voga. Tanto che gli istruttori preferiscono attraversare la via d’acqua e svolgere le loro lezioni in secca o nella vicina Darsena dell’Arsenale, al riparo dalle onde. Così era stato anche ieri con la lezione sull’acqua degli studenti del Sarpi. «Avevano fatto manovra ed erano usciti regolarmente dal rio», dice la presidente Rogliani, «come fanno sempre. Quando si sono rovesciati erano già sopra la secca». Tra i commenti più disparati del dopo incidente ci sono motoscafisti che esprimono «dispiacere» per quanto accaduto, ma anche chi critica il fatto che gli studenti possano andare in barca a remi in quella zona di laguna. Ipotesi che indigna gli amanti della laguna. «Sarebbe come accusare il ciclista investito dal camion e dirgli che non deve più andare in strada». Peggio: perché, anche se in tanti si sono quasi rassegnati, la laguna certo non può essere paragonata a una strada ad alta velocità. Un episodio inquietante, che in ogni caso non ha avuto conseguenze. «Le dotazioni di sicurezza c’erano tutte», assicurano gli addetti. Il timore è quello che l’attività di estendere la voga nelle scuole che finalmente cominciava a prender piede, adesso possa subire una battuta d’arresto. «Questi corsi», dicono gli addetti, «rappresentano un deterrente naturale alla velocità e al moto ondoso. Ma c’è ancora tanto da fare».
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