Dottorando furbetto copia gli elaborati. Espulso da Ca’ Foscari

Lo studente è stato incastrato grazie al sotfware antiplagio. La difesa: «Errore metodologico». Il Tar respinge il ricorso

VENEZIA. Quale studente non è mai caduto nella tentazione di riportare parola per parola qualcosa di copiato, facendolo sembrare come proprio? Un errore che è costato carissimo a Lorenzo Clarich, ormai ex studente del dottorato in Management di Ca’ Foscari: espulso dal corso, ora ha incassato pure la bocciatura del suo ricorso da parte del Tar. E pensare che quel posto di dottorato, Clarich se lo era sudato, vincendo il concorso pubblico nel 2016 e venendo assunto nel febbraio 2017 da una società con contratto di apprendistato di alta formazione.

Ma dal dottorato, Clarich è stato escluso a maggio scorso «per aver posto in essere condotte di plagio letterario di alcuni elaborati scritti presentati agli esami di Organizational theory, Technology and innovation management e Strategic management theory».

A scoprire le abbondanti copiature è stata l’Università grazie al software “Compilatio”, usato dall’Ateneo per la verifica automatica antiplagio. I tre elaborati di Clarich, passati al setaccio come da prassi, presentavano «percentuali di plagio anomale» pari al 19%, 30% e 64%. Al controllo automatico ha fatto seguito quello manuale da parte dei docenti. Con gli stessi risultati. «Nei tre elaborati risultano parti copiate senza virgolettato e adeguata citazione delle fonti, il che pacificamente configura un caso di plagio», si legge nella sentenza del Tar che ha respinto l’istanza del dottorando, il quale chiedeva l’annullamento del provvedimento di espulsione.

Nel ricorso, il dottorando ha sostenuto l’illegittimità del sotftware e di non essere stato messo nelle condizioni di poter ripetere gli esami annullati: una possibilità, questa, data agli studenti per tre esami e quindi automaticamente esaurita da Clarich. Ma anche che le supposte attività di plagio altro non erano «meri errori metodologici» fondati su una errata indicazione delle citazioni. Una tesi che, secondo i giudici del Tar, «non appare credibile attesa la gravità dell’infrazione in rapporto al livello di formazione raggiunto dal dottor Clarich e all’obiettivo dei corsi di dottorato di far acquisire una corretta metodologia per la ricerca scientifica avanzata». Gli stessi docenti avevano chiarito che il comportamento del dottorando «infrange l’onestà accademica e riduce il contributo originale dello studente nell’ambito dell’elaborato». (ru.b.)

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