Dottorandi a Ca’ Foscari campioni di cybersecurity
Se l’Italia deve ancora emergere sul piano della cybersecurity non si può dire altrettanto dei giovani che studiano informatica. In questi giorni al polo economico di San Giobbe dell’Università Ca’ Foscari, si sta tenendo un convegno sulla cybersecurity, con oltre 500 esperti e 44 atenei italiani, incluso quello veneziano.
Tra i partecipanti ci sono anche gli “hacker etici”, una squadra di giovani cervelloni passata alle finali di una delle più importanti simulazioni di cyberwar del mondo. Si tratta del gruppo c00kies@venice (https://secgroup.github.io) che si è classificato quinto su 450 squadre e che ad aprile dovrà contendersi i primi posti al mondo come campioni della sicurezza digitale.
Le competizioni avvengono o collegati in rete o in grandi strutture dove ogni squadra ha una sua postazione. Lo scopo è infiltrarsi nel sistema operativo delle altre e, di conseguenza, sondare la capacità di proteggere i sistemi. La squadra veneziana, capitanata dal professore Focardi, è composta dai dottorandi Marco Squarcina, Francesco Palmarini e Mauro Tempesta, dagli studenti Francesco Cagnin, Marco Gasparini, Andrea Baesso, Marco Ciotola, Lorenzo Veronese, Davide Niero e dagli alumni Claudio Bozzato e Andrea Possemato.
«Ci siamo definiti etici perché il termine hacker è sempre usato con un’accezione negativa» spiegano i dottorandi «mentre invece indica chi è curioso di capire come funziona un meccanismo. Le competizioni le organizziamo anche in rete, durano da quelle più semplici di 8 ore alle più difficili di 48 ore. Si tratta di colpire ed entrare in un sistema e quindi poi capire come metterlo al sicuro». Essendo hacker quando si allenano non mancano gli scherzi, ma siccome sono etici si tratta di giochi buoni, come bypassare il tocco con le dita e accedere nei computer cambiando gli sfondi del desktop.
Vera Mantengoli
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