Doppia rapina, arrestato pregiudicato
Spacciatore, rapinatore e responsabile, assieme ad altri stranieri, dell’incendio del Cie di Gradisca d’Isonzo. Ora è finito in manette, arrestato dagli agenti del commissariato di Mestre per aver rapinato, assieme ad altri stranieri, un suo connazionale che ha pure ferito a bottigliate in testa e con una coltellata ad un braccio. E per ben due volte.
Martedì mattina, nel corso di un servizio di controllo del territorio svolto dagli agenti del commissariato di Mestre nella zona compresa tra via Cappuccina e la Giustizia, e svolto per prevenire e reprimere i reati di spaccio di sostanze stupefacenti, i poliziotti della sezione Anticrimine, nel corso di una mirata attività, individuavano e arrestavano in via Miranese il noto pregiudicato Wissem Mashali, 26 anni, tunisino già noto per reati in materia di spaccio di stupefacenti.
I polizotti lo stavano cercando per notificargli un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per rapina aggravata e lesioni commessa ai danni di un connazionale.
Lo straniero il 12 agosto, in via Miranese, assieme ad altri aveva aggredito il connazionale colpendolo con una bottiglia in testa e una coltellata al braccio destro, questo per strappargli la collana d’oro che indossava, il portafogli con i soldi e i documenti. L’aggredito, straniero incensurato, aveva trovato rifugio nella vicina caserma dei carabinieri.
Due giorni dopo il rapinato era stato contattato telefonicamente da uno degli aggressori che, sapendo di essere stato denunciato, gli dice che è pronto a restituirgli tutto quanto era stato preso. Lo ha quindi invitato sempre in via Miranese, nei pressi di un bar. Qui ha trovato quattro connazionali. Tra cui quello arrestato martedì. Non ha fatto in tempo ad aprire bocca che il connazionale gli è saltato addosso e ha iniziato a picchiarlo. Nuovamente ha usato una bottiglia di birra che gli ha spaccato in testa. Questa volta gli ha preso il cellulare. Poi i quattro sono scappati.
Oltre al picchiatore il ferito riconosce un altro tunisino. E anche questo viene individuato dalla polizia. Questo già si trovava in carcere perché arrestato, la settimana scorsa, dai carabinieri per spaccio. Ieri gli agenti hanno consegnato un divieto di dimora nel comune di Venezia, a Mohamed Belghit, 30 anni, anche lui, attualmente detenuto a Santa Maria Maggiore.
Il tunisino arrestato è tra i responsabili, di recente, di una delle rivolte scoppiate nel Cie di Gradisca d’Isonzo.
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