Doppia rapina, arrestato il tunisino che incendiò il Cie di Gradisca
MESTRE. Un tunisino è stato arrestato per una rapina «doppia» nei confronti di un connazionale. L’uomo è già conosciuto alle forze dell’ordine perché accusato di essere stato tra coloro che hanno animato e fomentato la rivolta che ha portato all’incendio del Cie (centro di identificazione ed espulsione) di Gradisca d’Isonzo.
Secondo quanto scoperto dalle indagini l’uomo insieme a alcuni complici avrebbe rapinato, tra agosto e settembre, il connazionale sottraendogli una collanina, soldi e il portafogli. La vittima è addirittura finita in ospedale, ferito a un braccio. Dopo alcuni giorni la vittima è stata contattata da alcuni connazionali che hanno fissato un appuntamento promettendogli la restituzione del maltolto. In realtà il nuovo appuntamento si trasforma in una nuova rapina, in cui la vittima perde anche il cellulare. L’uomo però riesce a riconoscere due dei rapinatori e denuncia le violenze subite alle forze dell’ordine. Da qui l’arresto dell’uomo di cui poi è emerso il passato violento. La Questura di Venezia ha fornito poi ulteriori dettagli sull'arresto avvenuto in via Miranese da parte degli uomini del commissariato di Mestre, via Ca' Rossa. L'arresto è Wissem Msahli, 26 anni, tunisino, con precedenti per reati in materia di spaccio di stupefacenti. Nei suoi confronti, la Procura della Repubblica ha emesso un ordine di custodia cautelare in carcere per i reati di rapina aggravata e lesioni. Analogo provvedimento, con il divieto di dimora nel Comune di Venezia, per Mohamed Belghit, detenuto a Santa Maria Maggiore. L'uomo si è reso complice del connazionale nell'attività di spaccio di droga ma è indagato anche per la rapina.
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