Dopo l’insulto razzista le due squadre fanno pace con una pizza
Tutti a cena dopo l’offesa in campo durante la partita tra Juvenilia Buon Pastore-Vigonovo (Under 17)

Metti una sera a cena... tutti insieme, appassionatamente. Finalmente si può raccontare una storia a lieto fine, nata da una frase razzista, con i due protagonisti che hanno fatto pace.
Cos’era successo in campo
L’episodio in questione è accaduto domenica 30 marzo, sul terreno del Petron a Padova, in Juvenilia Buon Pastore-Vigonovo, partita del campionato Under 17 provinciale, con il ragazzo della formazione veneziana che all’avversario sbotta di brutto: «Torna in Marocco!».
Peccato che il ragazzo in questione, che ha un cognome italianissimo e celebre (Facchetti) sia originario del Perù. Insomma, tutto è bene quel che finisce bene, anche se l’espulso ha rimediato 10 giornate di squalifica (due già scontate) e il club, che in Coppa Disciplina è nelle prime posizioni, non ha presentato ricorso.
La cena a Vigonovo
E mercoledì cena tra le due squadre allo stadio di Vigonovo per suggellare la pace fatta, con tanto di scambio di gagliardetti.
Una serata piacevole e due ore trascorse in allegria, alla quale hanno partecipato ovviamente anche i due allenatori, Francesco Maria Bruno, tecnico dei padroni di casa, e Carmelo Giunti per la società dell’Arcella.
A fare gli onori della serata il presidente del Vigonovo, Valter Bagatin. C’è da aggiungere che già all’indomani dello spiacevole episodio, il club veneziano aveva espresso solidarietà nei confronti del ragazzo della Juvenilia.
E lo stesso aveva fatto chi si era macchiato di questo slogan di stampo razzista. Morale dalla favola: pace fatta nella notte della Champions. Ragazzi: bene, bravi, bis. —
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