Dopo 116 anni, chiude la Trattoria da Nicola a San Donà

Il fondatore Nicolò Boschin (secondo a sinistra) in una foto del 1908: è il nonno dell'attuale gestore
Il fondatore Nicolò Boschin (secondo a sinistra) in una foto del 1908: è il nonno dell'attuale gestore

SAN DONÀ. Nel lontano 1902 Nicolò Boschin parti da Portogruaro per venire a lavorare a San Donà dove avrebbe aperto uno dei ristoranti più famosi del Triveneto, “da Nicola”. Dopo 116 anni di storia, il ristorante ha chiuso i battenti in via Nazario Sauro e a scrivere la parola fine, non senza sofferenza, è stato ancora Nicolò Boschin, Nicola per gli amici, nipote del fondatore e ristoratore famoso per le sue ricette. Il telefono ha continuato a suonare per settimane: “Nicola hai chiuso davvero? ”. Intere generazioni hanno celebrato a tavola eventi e feste, ritrovi, Natale, Capodanno e Pasqua. Qui si ritrovavano affiatate compagnie per cene o pranzi indimenticabili.

Nicolò Boschin (prima a destra) a una battuta di caccia nel 1920
Nicolò Boschin (prima a destra) a una battuta di caccia nel 1920


Arrigo Cipriani, il re dell’Harry’s Bar, ospite una sera del locale non esitò a esclamare: «Complimenti, questa è una cucina con i piedi per terra». Una sintesi dello spirito di questo ristorante e di una cucina semplice e molto radicata alla tradizione, senza sfarzi, ma puntando su qualità e competenza. San Donà saluta l’ultimo vero ristorante, premiato con riconoscimenti importanti, quali il presidio Slow Food, la menzione da anni nel Touring club, nella guida Magnar Ben di Alpe Adria, infine nella guida de la Repubblica che a fine anno ha comunicato l’ingresso nell’olimpo della ristorazione.

Nicolò Boschin e Arrigo Cipriani
Nicolò Boschin e Arrigo Cipriani


E pensare che nonno Nicolò nei primi del’ 900 aveva iniziato da una baracca poco distante, sempre in via Nazario Sauro. Era uno degli inventori del catering in queste terre: partiva con il suo calesse per raggiungere le case in campagna e preparare i pranzi di nozze, bolliti, arrosti, carne alla brace che aveva predisposto 2 o 3 giorni prima. Portava con sé le pietanze, piatti e tovaglie e poi completava la preparazione direttamente nelle cucine delle case coloniche.

Il nipote, Nicolò-Nicola, chiude questa favola all’apice del suo successo e senza più eredi ai fornelli. Prima di lui, papà Giuseppe lo aveva preso con sé in cucina a 20 anni, e già lo seguiva da bambino. Fino a poche settimane fa era ancora al mercato di Chioggia ad acquistare il pesce, a Treviso per la verdura. Lui e la moglie Lisa hanno lavorato assieme e scritto una pagina importante della cucina veneta.

Nicolò Boschin e lo scrittore Giorgio Daviane
Nicolò Boschin e lo scrittore Giorgio Daviane


«Non è stato facile», dice Nicola alla soglia dei 70 anni, «ma abbiamo deciso di fermarci quando siamo stati al culmine della nostra avventura che ci ha regalato tante soddisfazioni. Alle giovani generazioni lasciamo qualche consiglio in eredità, che è quello di vivere la cucina in prima persona e restare con i piedi per terra, come ci disse Cipriani. È importante capire cosa servire, trovare sempre la cottura giusta e metterci tanta passione perché i sacrifici non mancheranno così come le soddisfazioni».

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