Donne musulmane in piscina adesioni e telefonate di protesta
«A Torino ha funzionato. Certo, all’inizio c’era un po’ di diffidenza sia da parte delle donne italiane sia da parte di quelle straniere, soprattutto musulmane, e dei loro mariti, che venivano a iscriverle e a controllare, ma poi tutti hanno acquistato fiducia e l’esperienza della piscina al femminile, giunta al quinto anno, è riuscita, tanto che le donne musulmane che vi hanno aderito sono state coinvolte anche in altri progetti. Alcune all’inizio venivano con il burkini, il costume lungo, con il tempo sono passate a quello intero». Parola di Paola Voltolina, responsabile Uisp del progetto della piscina al femminile di Torino.
È qui che bisogna guardare per capire cosa succederà alla piscina del parco Albanese dove le prossime tre domeniche, dalle 9 alle 10.30, potranno entrare solo donne accompagnate esclusivamente dai figli piccoli (3 euro il ticket per le donne, ingresso gratuito per i figli). Lo prevede il progetto promosso da Uisp, Comune e Polisportiva Bissuola che trae ispirazione proprio dal progetto di Torino. Un’iniziativa, quella mestrina, aperta a tutte le donne ma promossa soprattutto con l’obiettivo di coinvolgere le donne musulmane, molte delle quali restie a frequentare contesti misti. Difficile dire quale sarà l’adesione ma sono, a ieri, almeno venti le donne, in gran parte musulmane, informate dalle operatrici del Centro Donna - dove frequentano, tra le altre cose, i corsi per imparare o affinare la lingua italiana - che hanno dato la loro adesione, e che domani dovrebbero presentarsi in segreteria. Il presidente dell’Uisp di Venezia, Paolo Peratoner, spiega: «L’obiettivo è dare la possibilità a tutte le donne, soprattutto musulmane, di uscire di casa e conquistare spazi di autonomia, creare un momento di benessere e salute, e ancora creare le condizioni perché ci sia un dialogo e un percorso di condivisione. Le donne hanno un importante ruolo nell’educazione dei figli e aprire il dialogo con loro vuol dire aprirlo anche con i loro figli».
Sarà difficile, tuttavia, trarre un bilancio dell’esperienza dopo solo tre appuntamenti perché, come insegna Torino, ci vuole un po’ di tempo per costruire reciproci rapporti di fiducia. «Vedremo come va», riflette il presidente Uisp, «è possibile che, a partire da settembre, l’appuntamento diventi stabile». Si vedrà come andranno queste prime tre domeniche che in città hanno infiammato il dibattito. L’ingresso alla piscina è di 3 euro: potranno accedere alla piscina anche le bambine dai 5 ai 12 anni e i bambini dai 5 ai 7, gratuitamente. Per l’iniziativa è stato posticipato l’ingresso per tutti del nuoto libero alle 11, per dare il tempo alle donne di cambiarsi con calma. È in ogni caso un progetto che suscita consensi, tra chi lo ritiene in modo per favorire i rapporti, ma alimenta anche dubbi e perplessità, tra chi crede che sia una forma di discriminazione di cui si potrebbe fare volentieri a meno. Così si spiegano le circa venti telefonate di protesta arrivate ieri al centralino della piscina. È il direttore della Polisportiva Bissuola, Ugo di Mauro, a rilevarlo. «Ce lo aspettavamo. Abbiamo messo la notizia sul nostro profilo facebook, e ci sono arrivati molti messaggi, soprattutto di persone contrarie, ma io credo che sia giusto cercare di realizzare dei ponti e perché l’iniziativa riesca sono convinto che sia importante che partecipino anche molte donne non musulmane, altrimenti non avrebbe senso. Non impediamo a chi frequenta la piscina la domenica di continuare a farlo, abbiamo solo posticipato l’ingresso di un’ora, alle 11».
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