«Donne, dovete svegliarvi e arrabbiarvi»
MESTRE. «Il messaggio è chiaro: Donne, svegliatevi! E arrabbiatevi! Smettete di fare le ingenue. Pretendete rispetto». L’invito, esplicito, arriva dallo psichiatra Paolo Crepet che con noi commenta l’ultimo, efferato, assassinio di una donna, nella piccola Musile di Piave.
«Ci sono questioni che è urgente chiarire. Primo, bisogna capire chi siamo e chi abbiamo davanti. Se hai di fronte una persona violenta, che è già stata violenta, questa rimane violenta. Anche se chiede scusa. Anche se promette di cambiare. Nella vita i fulmini a ciel sereno non esistono», spiega Crepet che sceglie parole chiare, anche crude, per indicare una via d’uscita a drammi che non devono concludersi con la morte come è successo a Maria Archetta Mennella, uccisa a coltellate dal marito che aveva ospitato a casa nonostante fossero separati e che lui cercava di riconquistare con regali costosi come un’auto nuova. Negli sms con le amiche lei si riteneva “libera”. E lui non lo sopportava. Crepet commenta: «L’ha uccisa a coltellate. Ecco, quell’uomo avrà dato diecimila motivi per capire che non era il caso di continuare. Schiaffi, gelosie, la voce che si alza. Comportamenti che si ripetono. Quindi, fatemi dire alcune cose chiare. Altrimenti noi psichiatri e voi giornalisti commentiamo solo funerali».
E continua: «Le donne devono smettere di essere ingenue. E i figli, non devono essere motivo di sensi di colpa. Devono allontanare il violento, sempre. I sensi di colpa sono una ruggine che mangia tutto. E noi professionisti non possiamo limitarci a dare pacche sulle spalle. Dobbiamo mettere le donne di fronte alla realtà: se ci sono figli ci si allontana lo stesso. I figli di questa donna ora sono orfani della madre e con un padre che, se va bene e lo speriamo, si farà vent’anni di carcere. Era meglio se stavano con lei da sola». E aggiunge: «Terzo punto: non ci possono essere chiarimenti. Non ci sono ultimi appuntamenti che tengano, non ci sono regali o scuse. All’ultimo appuntamento non ci si va da sole, ma si va con quattro amiche belle toste», continua a spiegare lo psichiatra.
Crepet poi torna sul tema della violenza, calcando la mano su interrogativi che riguardano le coscienze personali di ciascuno. «Alla donna solo vittima e all’uomo solo carnefice, io non credo affatto. E mi permetto di dire qualcosa di scomodo: ci sono donne a cui piace, in fondo, l’uomo padrone che la controlla, che è padrone del suo corpo a letto ma anche della sua anima, del telefonino. Come professionisti questa è una domanda che ci dobbiamo porre e anche tante donne si devono interrogare. Poi ci sono famiglie e parenti che davanti ad una figlia picchiata chiedono: “Cosa gli hai detto per scatenarlo?”. Parole che indicano una pedagogia della violenza che va invece fermata. Gli uomini devono imparare il rispetto per le donne (e viceversa) e il rispetto lo devono insegnare le donne. Se la mia morosa mi lascia perché ho alzato la voce o le ho dato uno schiaffo, la prossima donna la rispetto. Per non essere lasciato. Quindi, donne, fatevi rispettare! Senza attendere alcuna grazia divina».
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