Donazzan: "Bloccate quello spettacolo sul disagio sessuale"
L'assessore regionale chiede che venga impedita la messa in scena di "Fa'afafine, Ciao, mi chiamo Alex e non sono un dinosauro" prevista l'8 marzo a Mira
MIRA. Dopo il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che aveva vietato di avere negli asili libriccini colorati su famiglie “arcobaleno”, anche l’assessore regionale Elena Donazzan, se la prende con le iniziative che cerca di non demonizzare i ragazzini con problemi d’identità sessuale.
«Chiedo al ministro Valeria Fedeli di non consentire alle scuole di proporre agli alunni lo spettacolo sul bambino transgender "Fa'afafine, Ciao, mi chiamo Alex e non sono un dinosauro", in scena in queste settimane in tutta Italia».
Questo il contenuto della lettera inviata alla titolare del ministero dell'Istruzione, con la quale Elena Donazzan, assessore alla scuola della Regione Veneto, contesta l'iniziativa proposta anche in Veneto, il 7 marzo al Teatro Astra di Vicenza e l'8 marzo a Villa dei Leoni di Mira. Uno spettacolo pensato da pedagogisti proprio per evitare che i tanti casi di problemi d’identità sessuale di molti adolescenti possano sfociare in gesti estremi, visti i numerosi casi di suicidio registrati in questi anni. Lo spettacolo è stato messo in scena dal regista Giuliano Scarpinato, ed è vincitore del premio “Scenario infanzia 2014”.
L’assessore Donazzan, però, va avanti a muso duro. «Migliaia di bambini e adolescenti saranno condotti dalle scuole a uno spettacolo che ha l'intento dichiarato di mettere in crisi la loro identità sessuale, la loro stabilità psicoaffettiva - sostiene Donazzan - Uno spettacolo che veicola e legittima l'ideologia gender, quella per cui nascere biologicamente maschi e femmine non avrebbe niente a che vedere con la nostra "vera" sessualità, che invece può essere scelta, cambiata, modellata e riformulata a piacimento senza alcun punto di riferimento oggettivo; quella per cui l'uomo e la donna non sono naturalmente complementari; quella per cui qualsiasi unione affettiva ha lo stesso valore sociale e antropologico del matrimonio».
In realtà lo spettacolo non metterebbe “a rischio” le famiglie ma tenderebbe invece ad aiutare i ragazzi a non demonizzare una situazione di gravi problemi che magari qualche loro compagno sta vivendo.
L’assessore Donazzan invece ha chiesto di vietare lo spettacolo. «Anche a seguito delle segnalazioni che sto ricevendo da parte di genitori e nonni preoccupati - conclude l'assessore - ho scritto al ministro dell'Istruzione per chiedere che venga impedita la diffusione di questa iniziativa, distorsiva per l'educazione dei giovani, che rischia di rivelarsi una vera e propria violenza psicologica nel periodo di particolare fragilità e confusione dei nostri ragazzi».
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