Donadio e quel filo diretto con Casal di Principe
ERACLEA. Era il capo dei Casalesi di Eraclea ma il profilo criminale di Luciano Donadio era riconosciuto anche a Casal di Principe e nel Casertano. C’è lui, secondo l’inchiesta della guardia di finanza di Trieste e della Squadra mobile di Venezia, coordinata dal pm Roberto Terzi, al vertice del clan di Eraclea.
Che con Casal di Principe intratteneva rapporti di amicizia, rapporti che servivano - è stato documentato dall’inchiesta - anche per reperire armi. Ma c’è un episodio che aiuta a ricostruire il suo spessore criminale, i rapporti che ancora aveva con i gruppi del Sud Italia. Nell’ordinanza di custodia cautelare del giudice Marta Paccagnella si legge che «alcune conversazioni intercorse con il nipote Antonio Puoti hanno ben documentato la concretezza dei rapporti di Donadio con esponenti del clan dei Casalesi sorto e radicato nella regione campana e la stima di cui egli gode presso esponenti locali di rilievo».
I fatti si sviluppano nei primi mesi del 2016, periodo in cui il nipote di Luciano, Antonio Puoti, si trasferisce a Casal di Principe - dopo alcuni problemi sorti a Eraclea - dove vuole aprire un bar prendendo in affitto un locale a Frignano rilevando l’attività di un deposito di detersivi di un tale “Enzuccio” il Casalese. “Enzuccio” però è titubante perché Puoti è conosciuto come una testa calda, «temuto per la sua indole violenta e incontrollabile», scrive il giudice. Una ritrosia che «ha costretto il Donadio a spendersi personalmente ottenendo che “Enzuccio” si mettesse prontamente a disposizione».
Il problema è che il negozio di detersivi non è ancora stato formalmente chiuso in Comune. Per tale «motivo chiede a Enzuccio di fare il possibile per la cessazione dell’attività che aveva». Enzuccio si mette a disposizione ma non nasconde i suoi timori, perché teme che «lì, Antonio, farà tanti casini». Donadio lo invita a chiamarlo, se ci saranno problemi, ma lo rassicura: «Io riesco sempre a imbrigliarlo un po’...ma comunque è cambiato, è cambiato...per l’età, per l’età!». Aprire un bar però non è semplice.
E per superare alcune pratiche burocratiche Puoti si rivolge a Benito Lanza, ritenuto il referente di Frignano del clan Iovine. Lanza, quando apprende che Puoti è il nipote di Luciano Donadio, spiega che avrebbe rimosso ogni problema, chiudendo la partita con una stretta di mano e rifiutando il pagamento di 1400 euro che aveva chiesto in un primo momento. L’incontro viene raccontato al telefono da Antonio Puoti allo zio Luciano.
Puoti: «Comunque quello che mi ha dato le carte ti conosce!».
Donadio: «Chi è?».
Puoti: «Benito Lanza».
Donadio: «Benito...Benito...Lanza… ma lo sai che non...non mi è nuovo sto nome».
Puoti: «È di Frignano zio, poi ti spiego da vicino chi sono».
Donadio: «Ah, ma allora mi conosce! Ha detto che mi conosceva?».
Puoti:«Parlai dei soldi, mi diede la mano e disse: “Mi hai dato la mani”, dice, “Stiamo a posto”. Io gli spiegai tutto quanto poi mi disse: “Ma tu non stavi fuori?”. Dissì sì stavo insieme allo zio Donadio là. Disse: “Conosciamo tuo zio, se mi hai dato la mano vuol dire che per me vale tutto”».
Donadio invita il nipote a mantenere la parola data a Lanza: «La parola d’onore è la cosa più importante di un uomo».
Ma nel marzo del 2016, un mese dopo aver aperto, il locale viene chiuso dalla polizia nell’ambito di una vasta operazione contro il clan dei Giuglianesi: i giochi elettronici erano stati modificati per frodare il Monopolio di Stato. Una chiusura che fa imbestialire Puoti tanto che il giovane vuole armarsi e vendicarsi nei confronti di chi – pare di capire – gli aveva ceduto le macchinette. Puoti chiede l’intervento dello zio, chiede le armi, vuol sparare. Ma lo zio lo invita alla calma, e cerca di tirarlo fuori dai guai con una soluzione che non passi attraverso le armi. E per farlo mobilità altri membri dei Casalesi. Anche perché in quella zona c’è un «concordato» - un accordo - tra Giuglianesi e Casalesi quindi si metterà contro non un avversario, ma «dove sta di casa lui», dice Luciano Donadio al telefono con un altro contatto a Casal di Principe.
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