Donà Balbi, il prezzo aumenta

Scoperti affreschi, la Città metropolitana commissiona una nuova stima. Palazzi in vendita per 87 milioni
Mentre lunedì, in commissione comunale farà un passo concreto verso l’asta l’iter per la messa in vendita di palazzo Papadopoli Poerio (attuale sede del comando di Polizia locale a piazzale Roma, destinato a trasferirsi al Tronchetto), si sgrana senza fine il rosario degli edifici pubblici messi in vendita per fare cassa, sottratti al loro attuale utilizzo “altro”, rispetto al destino alberghiero che li aspetta e nel quale sono stati preceduti nel passato da molti altri ex immobili pubblici.


Solo in Canal Grande, sono ben cinque i palazzi storici inseriti da Comune, Città Metropolitana e Regione, tra i beni alienabili, dei quali si prevede la vendita tra 2018 e 2019.


La giunta di Luca Zaia vorrebbe liberarsi della sua sede gioiello,
palazzo Balbi
, in Volta di Canal Grande: è in vendita per 30 milioni di euro, ma ha ancora un vincolo a “residenza, sedi di rappresentanza, uffici, turismo, accoglienza”. Serve la variazione di destinazione ad uso ricettivo per renderlo appetibile al mercato: la deve concedere il Comune di Venezia, che si è dato una delibera di blocco dei cambi d’uso, che prevede però una precisa deroga per autorizzare la “valorizzazione” dei beni messi in vendita dagli altri enti pubblici.


Con palazzo Balbi, la Regione mette sul mercato per 4,9 milioni anche il vicino
Palazzo Ca’ Nova
. Infine, tra i “nuovi inserimenti” del piano vendite della Regione c’è anche
Palazzo Gussoni
a San Felice, di fronte a Ca’ Pesaro, attuale sede del Tribunale amministrativo regionale del Veneto, trasferito qui dopo la vendita della vecchia sede in campo della Fava, ceduta oltre dieci anni fa e diventata da tempo un albergo di lusso. Per gli uffici giudiziari la destinazione possibile sarebbe in terraferma. Da Palazzo Gussoni la Regione spera di incassare 13,5 milioni.


Tutti soldi che - semmai incassati - non saranno vincolati ad un riutilizzo in beni e servizi su Venezia, ma entreranno nel bilancio dell’amministrazione regionale, che intende riunire tutti i suoi uffici nella sede delle ex Ferrovie, a Santa Lucia. Intanto, a Mestre si sta trasferendo armi e bagagli anche l’Ufficio scolastico provinciale, sgomberando
palazzo Donà Balbi
a riva di Biasio, la cui vendita la Città Metropolitana ha fatto slittare dal 2017 al 2018, in attesa di aumentarne il prezzo, per ora fissato a 11,6 milioni di euro: l’amministrazione ha, infatti, commissionato a un’azienda specializzata (per 3 mila euro) l’incarico di stimare il valore dei 3 soffitti affrescati e delle lunette dipinte sopra le 12 porte del palazzo. Infine - sempre percorrendo il Canal Grande - nel piano vendite del 2019, il Comune ha inserito
palazzo Corner Contarini
(con affaccio sul Canal Grande, lungo il rio di San Luca), sede della Corte d’Appello civile: prezzo, 13,7 milioni di euro.


Della vendita di
Palazzo Papadopoli Poerio
, l’attuale sede centrale della Polizia locale - nel piano alienazioni del Comune sin dalla giunta Orsoni - si parlerà lunedì in commissione comunale. La decisione politica è presa ed è stato affidato a Insula il compito di studiare la possibile destinazione alberghiera dell’immobile, per stabilirne il reale valore sul mercato, ora fissato a 14 milioni di euro. La commissione è chiamata a prendere atto che «non sono pervenute osservazioni», per procedere con la variante urbanistica dell’immobile dell’ex scuola: da abitazioni ad uffici, ma - soprattutto - a pubblici esercizi, negozi, strutture ricettive. «Noi avevano votato contro questa destinazione d’uso già nel 2010, perché non era motivata», ricorda il presidente della Municipalità Andrea Martini, «e tanto meno lo è ora, dopo l’apertura di decine di alberghi a Venezia. La perdita di funzioni di beni pubblici è un problema gravissimo».


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