Don Vecchi cinque arriva il via libera Cantieri da maggio
ZELARINO. Don Vecchi cinque, è tutta in discesa la strada per la realizzazione di una residenza con alloggi per anziani anche non autosufficienti, una struttura a metà strada tra la residenza e la casa di riposo, con la possibilità, per ogni anziano, di ospitare in caso di bisogno una persona per l’assistenza. Martedì si è tenuta l’ultima conferenza dei servizi tra i tecnici progettisti e quelli dell’amministrazione comunale, il progetto va bene, ora nelle prossime settimane ci sarà il passaggio in giunta comunale, in consiglio, e poi verranno rilasciati i permessi di costruire. Quando aprirà il cantiere? «Contiamo di farlo per maggio» dice l’architetto Giovanna Mar, che ha firmato il progetto con le colleghe Francesca Cecchi e Anna Casaril. Insomma ancora un mesetto di pazienza e si parte, poi un anno e mezzo di lavori, gli arredi e quindi l’apertura che potrebbe quindi arrivare per la fine del 2014, al massimo per il 2015. «Speriamo che il Comune faccia presto» dice don Armando Trevisiol, l’anima del progetto «noi siamo pronti a partire da tempo, ci diano il permesso e via, anche perché si tratta di una buona opportunità di lavoro per molte persone in mesi di crisi come questi». «Faremo presto» assicura l’assessore all’Urbanistica Ezio Micelli «perché crediamo nel progetto. Già nelle prossime settimane lo porterò in giunta per l’approvazione».
L’intervento - che verrà realizzato in deroga alla programmazione urbanistica, percorso possibile per progetti di interesse pubblico - verrà realizzato nei pressi della rotatoria degli Arzeroni, vicino alla ferrovia, non distante dall’ospedale dell’Angelo. Vi si accederà da una strada che dovrà appositamente essere costruita. Il costo si aggira intorno ai 6 milioni di euro, la Regione concede un mutuo di 2 milioni e 800 mila euro a 25 anni a tasso zero, e i soldi che mancano si stanno raccogliendo con le piccole donazioni che sono alla base del progetto di don Armando. Come stia andando la raccolta, lo spiega lui stesso: «Per progetti come questi la gente è generosa, tempo un anno e avremo tutti i soldi necessari per completare l’intervento. Le donazioni sono continue». Progetto che prevede un edificio sobrio, «senza fronzoli», come spiega l’architetto Mar, a tre piani, con 60 micro-alloggi, quelli al piano terra dotati anche di un piccolo cortile. Ogni alloggio avrà un cucinino essenziale (una piastra e un lavandino) giusto per fare il caffè o mangiare qualcosa, mentre al piano terra ci sarà il grande refettorio, la sala comune, la cappella religiosa. La struttura resterà in piedi grazie alla retta degli ospiti che avranno, a occuparsi di loro, un gruppo di assistenza, in condivisione.
Insomma, non sarà come stare in appartamento, ma neppure come in una casa di riposo, anche perché l’ambiente sarà molto più informale. Un progetto al quale guardano con interesse anche altre istituzioni venete. E che da maggio si trasformerà in realtà, aggiungendosi agli altri quattro centri Don Vecchi già presenti in città.
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