Don Orgia, parla il patriarca Moraglia: "Rabbia, serve un'operazione verità"

"Come vescovo dobbiamo capire chi bussa alle porte dei nostri seminari"
Il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia
Il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia

VENEZIA. «La sensazione che si intercetta come credente è di angoscia, disappunto, in certi momenti di rabbia; dall'altra parte, c'è l'atteggiamento del vescovo, di colui che si sente responsabile, e che in questa situazione deve fare una vera operazione di verità». 

A dirlo il patriarca di Venezia, monsignor Francesco Moraglia, ricordando anche gli interventi del vescovo di Padova, in merito alle vicende che investono don Andrea Contin, il sacerdore padovano accusato di violenze sessuali da una parrocchiana, ma che ha tirato in causa anche altri sacerdoti come protaginisti di orge.

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«Non c'è - ha aggiunto - da ricorrere alla questione del celibato come causa di questi comportamenti che, se sono veri, non solo non sono cristiani ma non sono neanche umani»: Per il patriarca c'è da capire come possano essere maturati «comportamenti così inquietanti» che non sembrano investire solo un singolo comportamento o un singolo atto «ma qualcosa di organizzato».

«Come vescovo - ha poi aggiunto - ho l'obbligo di capire. Dobbiamo capire chi bussa alle porte dei nostri seminari». Da parte della chiesa,poi, su un piano generale, eventi come quelli che si sarebbero verificati a Padova «non vanno tenuti nascosti».

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«Le nostre chiese - ha detto ancora - hanno bisogno di atti di vera umiltà e nel contempo una operazione di verità. La rigenerazione comincia quando ci si mette sotto la luce delle verità». Tornando sulla questione della scelta e della formazione in seminario - «che deve essere un tempo di verifica» sul fronte della vocazione «perché uno può essere un'ottima persona ma non adatto a fare il prete» - mons. Moraglia ha detto che servono «persone che devono essere uomini di Dio, che pregano» e a quel punto «la fede diventa storia». 

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