Don Luigi Caburlotto, parroco veneziano, sarà proclamato beato
VENEZIA. Don Luigi Caburlotto (1817–1897) è il primo parroco veneziano proclamato “beato”. Il prossimo 16 maggio, in piazza San Marco, la Chiesa e la città di Venezia ospiteranno la cerimonia di beatificazione del sacerdote, fondatore dell’Istituto delle Figlie di San Giuseppe. Ad annunciarlo all’intero clero, lo scorso giovedì, in Basilica di San Marco il Patriarca Moraglia: «È un evento di grazia storico. Don Luigi Caburlotto è figura attualissima anche se visse nella Venezia dell’800. Fu uomo di preghiera, pastore ed educatore. Accolse il suo servizio con grande fede».
Lo scorso maggio papa Francesco aveva autorizzato la Congregazione delle cause dei Santi a promulgare i decreti riguardanti il miracolo avvenuto nella notte tra l’11 e il 12 febbraio 2008, attribuito all’intercessione del Venerabile Servo di Dio Luigi Caburlotto. La miracolata - ora cammina senza carrozzella e bastone - è la signora Maria Grazia Veltraino di Roma. In questi giorni in laguna è festa grande. La notizia della data di beatificazione ha fatto chiasso nella Casa generalizia che si trova nel sestiere di Dorsoduro e nei quaranta Istituti delle Figlie di San Giuseppe sparsi nel mondo. Giubilano le religiose, gli educatori, i collaboratori, gli amici. Ieri mattina alcune consorelle e suor Virginiana Dalla Palma, direttrice della scuola per l’infanzia e primaria di Palazzo Papafava, a due passi da San Marco, hanno accompagnato centosessanta piccoli studenti nella chiesa di San Giacomo dall’Orio ove don Luigi predicò trent’anni. Con gli alunni anche i fratelli, i genitori, i nonni. Emozionata suor Virginiana ha esordito: «Ecco il suo pulpito. Don Luigi passava ore in preghiera e in studio poi usciva in campo e incontrava la gente».
La religiosa ha ricordato con aneddoti ai bambini la vita del sacerdote e i gesti di carità verso i poveri: «Una strada che aveva imparato dal Vangelo. Per arrivare a Cristo fece spazio alla povertà, all’essenziale». Poi, ha continuato: «Don Luigi faceva la carità senza umiliare. Individuava persone in stato di bisogno. Ad esempio dai negozianti vicini al lastrico acquistava botti di olio, piante, fiori, pollame che donava alle suore o all’orfanotrofio delle Terese. Un giorno, era Pasqua, donò le sue scarpe a un bisognoso. Lui si infilò gli stivali dell’acqua alta».
Ora le suore stanno pensando ad uno speciale pellegrinaggio: «Ne parleremo presto al patriarca Moraglia». In chiesa i piccoli, ad uno ad uno, hanno presentato le caratteristiche della spiritualità di don Luigi: la fede, la speranza, la carità, la pazienza, l’umiltà, la dolcezza. Salti di gioia in campo San Giacomo. Matilde, 9 anni: «Don Luigi ha aiutato tante persone veneziane povere»; Sveva, 9 anni: «Proteggeva i bambini»; Serena, 9 anni: «Ora so che la sua mamma era cuoca e il suo papà gondoliere. Riusciva ad aiutare tanta gente anche se aveva una famiglia numerosa». Tra le mamme Sabrina Giustini, Lorena Prevedello, Roberta Marchi e Federica Gallo: «La mia storia è legata a don Luigi». Tra i più piccoli Gabriele, 5 anni: «Don Luigi ha fatto tante cose per noi bambini, siamo i suoi fiori. Questa sera dirò una preghierina». Il papà Alfredo Rosan sorrideva coccolando il suo bimbo. Non solo a Venezia. Le Figlie di San Giuseppe del Caburlotto - sono circa trecento - si trovano anche a Mestre, Chirignago, Spinea, Vittorio Veneto, Pordenone, Lentiai, San Vito di Cadore, Canale d’Agordo, Roma. L’opera del sacerdote veneziano don Luigi si è allargata nel mondo sviluppandosi in Asia (Filippine), in Africa (Kenya), in Sudamerica (Brasile) con numerose scuole e dispensari.
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