Don Lio conferma il campo estivo ma chiede protezione al sindaco
MARGHERA. L’aggressione, le minacce ricevute e due procedimenti penali in corso non fermano don Lio Gasparotto, il parroco di Catene, che ha deciso di non rinunciare al consueto campo estivo con i ragazzi della parrocchia: da ieri è di nuovo a Domegge, nel Bellunese. Domani intanto, per decidere eventuali misure di sicurezza supplementari, si terrà una riunione nel municipio della località cadorina per rendere sereno il soggiorno del parroco della Madonna della Salute, che ieri, al suo arrivo, ha chiamato sia il primo cittadino che i carabinieri per chiedere protezione per lui e per la comitiva di giovani che lo accompagna.
Ieri, come consuetudine per la parrocchia il parroco della Madonna della Salute di Catene di Marghera don Lio Gasparotto si è recato a Domegge di Cadore con una ventina di ragazzi per il campo scuola estivo che l’anno passato non si era concluso nel migliore dei modi. Don Lio, infatti, il 26 luglio dell’anno scorso aveva subìto un tentativo di aggressione da parte di due residenti, A.G. e M.S., madre e figlio, che l’avevano rincorso per le vie del paese, fatto cadere e mandato all’ospedale con tre costole fratturate. Il motivo, l’esasperazione della coppia domeggese per il rumore provocato dai ragazzi verso le otto di sera, e per questo A.G. e M.S. dopo il rinvio a giudizio dello scorso aprile, devono ora affrontare due procedimenti penali, uno per ingiurie e minacce e l’altro più pesante per violazione di domicilio aggravato e lesioni personali aggravate, procedimenti per i quali il prete di Marghera si è costituito parte civile assistito dall’avvocato veneziano Marco Vassallo.
Il ritorno a Domegge è stato preceduto da due telefonata di don Lio: una al sindaco Paolo Fedon, nella quale il parroco di Catene ha chiesto un’attenzione particolare nei confronti suoi e dei giovani del campo estivo e - se possibile - un colloquio con i due imputati; una seconda ai carabinieri cadorini per avvisare dell’arrivo del primo gruppo di ragazzi con la richiesta di avere libertà e serenità per i giovani ospiti e la specifica che, in caso di nuovi episodi spiacevoli, potrebbe essere dal parroco chiesto, tramite l’avvocato, anche il divieto di dimora per i due domeggesi. Domani, dopo la sistemazione nella casa della parrocchia (che è stata restaurata e messa a nuovo di recente proprio grazie a fondi messi a disposizione da Marghera), in municipio si terrà un incontro per decidere il da farsi e per garantire la migliore permanenza possibile agli ospiti veneziani. «Sarà garantita l’ospitalità migliore», spiega il sindaco di Domegge. «Abbiamo già messo a disposizione un campetto per le attività, tra il palasport Cian Toma e la tensostruttura».
Intanto, però, la comitiva margherina, probabilmente a causa del problemi dell’anno passato, si è drasticamente ridotta, con numero di ragazzi praticamente dimezzato.
Massimo Tonizzo
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