Don Fabrizio, un rettore “tecnologico”
Don Fabrizio Favaro di Marghera è il neo rettore del Seminario patriarcale. Il prossimo 23 ottobre compirà 36 anni. Reverendo “don Fabrizio” nella storia della diocesi di Venezia risulta essere il più giovane Rettore. «Mi ha nominato il Patriarca Moraglia».
Quali sono i suoi studi?
«Sono ragioniere. Per due anni ho frequentato la facoltà di Economia e commercio a Ca’ Foscari. Durante questo periodo ho seguito un corso di esercizi spirituali. Un ambiente cordiale e amici nuovi, ora sacerdoti, don Gilberto Sabbadin e don Paolo Bellio. La mia scelta è maturata gradualmente. Poi un incontro con il Cardinale Cè e sono entrato in Seminario. L’interesse per l’economia mi è rimasto».
Nel 2005 l’ordinazione, l’incarico pastorale al Lido e ora Rettore. Timori?
«Sì. È un compito delicato ma entusiasmante. Siamo chiamati a lavorare con doni più grandi di noi, che sono di Dio. Non siamo amministratori di aziende con carte in mano abbiamo persone. Ho appreso la notizia lo scorso 8 settembre. Durante la notte non ho chiuso occhio, poi è subentrata la paura. Mi ha rincuorato il bell’atteggiamento dei 16 seminaristi. Qualcuno ha più anni di me».
Quali le aspettative?
«Mi occuperò dei seminaristi e in diocesi sarò disponibile per la promozione delle vocazioni e per l’aiuto nelle diverse proposte ai più giovani. Significa che saremo una finestra aperta. Usciremo per andare nelle parrocchie. Il Seminario è a servizio della diocesi. Dovrà esserci un rapporto continuo tra parrocchie, associazioni, seminario. Non lavoriamo per noi ma per la Chiesa».
Quali le difficoltà?
«Bisogna rimanere attenti all’essenziale senza lasciarci travolgere da cose accessorie. C’è bisogno di un lavoro comune, di un legame tra il Vescovo e i preti per essere al servizio del popolo di Dio».
Come comunicare la fede amica dell’uomo?
«Con la parola, la presenza, l’esempio, la preghiera e anche il silenzio».
Sarà un rettore hi–tech?
«Invio e ricevo sms, ho Facebook ma non Twitter. Come seminario usiamo la rete per raggiungere con il Vangelo quelle persone alle quali fisicamente non potremo arrivare».
Lei così giovane cosa dire ai giovani?
«Con la vita siate seri e gioiosi».
Che cosa Le piace fare?
«La spesa e cucinare, non per me ma quando accolgo le persone. Qui sarà un po’ difficile perché ci sono dei servizi condivisi. Mi piace fare due passi alle Zattere, entrare al supermercato. Tutto ciò che rientra nella normalità».
Com’è la sua giornata?
«Alle 6.20 le lodi, la meditazione, poi la messa in Basilica. Al mattino seguo la parte amministrativa o mi dedico allo studio, al pomeriggio incontro i seminaristi, alla sera i vespri e l’adorazione».
È anche Rettore della Basilica della Salute.
«Con ottimi collaboratori. Artisticamente attira gente da tutto il mondo. Il banco di prova sarà il 21 novembre, giorno della Madonna della Salute».
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