Don Bruno Roccaro, 98 anni e l’entusiasmo di un ragazzo

Il missionario è tornato in paese dopo una vita passata a evangelizzare Cuba Ha incontrato Madre Teresa e Giovanni Paolo II: «Le sue parole profetiche»

SCORZÈ

Di entusiasmo ne ha da vendere, più di un ragazzino. Un ragazzino di 98 anni, fatti il 23 luglio ma di voglia di lasciare la missione neanche se ne parla. Tra poco più di un mese l’aspetta l’amata Cuba, dove ci ha messo piede per la prima volta nel 1970 e non l’ha più lasciata.

La storia dello scorzetano don Bruno Roccaro è qualcosa di straordinario, un misto tra fede, volontà, salute – perché ci vuole pure quella – e tanta voglia di portare la parola di Dio in un paese notoriamente non proprio vicino a questi concetti. Ma qualcosa sta cambiando.

Salesiano, 69 anni di sacerdozio, in vita sua ha accolto Madre Teresa di Calcutta, ha parlato con papa Giovanni Paolo II. «Sono entrato a Cuba nel 1970 con un permesso turistico» racconta don Bruno «e vivevo in seminario. Non conoscevo lo spagnolo; avevo partecipato a degli esercizi spirituali a Barcellona: mi sono stati utili».

Ha visto Cuba cambiare ma non è stata una svolta dall’oggi al domani. «Ci sono stati diversi fattori», ricorda, «anche se la cosiddetta Rec (Riflessione ecclesiale cubana) del 1980 è stata una svolta nelle relazioni Stato-Chiesa».

Che i tempi siano diversi da quasi mezzo secolo fa, lo dimostrano i numeri; nel 1970, i sacerdoti nell’isola erano 200, adesso il numero è raddoppiato. Incontrare Madre Teresa è stata un’emozione, anche se don Bruno vive tutto con estrema normalità. «Ho avuto la gioia d’incontrarla due volte» rivela «e ho celebrato messo in sua presenza. Quando giunse a Cuba, chiese di parlare con Fidel Castro. “Vengo per i poveri” disse la santa ma il leader cubano le rispose che non ce n’erano. Allora la religiosa replicò come fosse lì per i bisognosi, per gli ammalati». Pure la storica visita di papa Giovanni Paolo II, nel gennaio 1998, fu importante. «Quella sua frase “Cuba si apra al mondo e il mondo si apra a Cuba”» continua don Bruno «è stata profetica e fondamentale. La gente ha iniziato a non avere paura, prima se andavi a messa eri segnalato». Da settembre sarà parroco a Santa Clara, conosciuta anche per ospitare il mausoleo di Che Guevara. —

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Argomenti:storie curiose

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia