Don Bagagiolo, 70 anni di messa

Domani alle 9.30 il Seminario patriarcale ospita la Giornata presbiterale che riunisce i preti della diocesi.
Il padre cappuccino Gusella proporrà una riflessione sul ministero della misericordia. Intorno alle 11.15 alla Salute il Patriarca Moraglia presiederà la messa che culmina nella festa degli anniversari di ordinazione sacerdotale. Si festeggiano i giubilei di nove preti: i 70 anni di messa di don Giorgio Bagagiolo; i 60 di don Aldo Cristinelli; i 50 di don Corrado De Fanti, don Marino Gambato, don Mario Liviero, don Gianni Manziega, don Mario Ronzini; i 25 di don Massimo Cadamuro e don Mauro Deppieri. Il festeggiato più anziano è il novantaduenne don Giorgio Bagagiolo "de Casteo" (non sarà presente, ndr) che ha realizzato il volume "Il mio sacerdozio" corredato da foto e documenti, suddiviso in nove capitoli. Don Giorgio racconta la sua vita iniziando dal 23 giugno 1946 quando il Patriarca Piazza lo ordina sacerdote e lo manda cappellano a S. Stefano.
«Feci 11 anni di scafa» ricorda l'ironico sacerdote «che in dialetto veneziano è il retro cucina con catechismo, dopo-scuola, incontri, giochi ... tutti maschi».
Seguono 9 anni a San Giuseppe di Castello. Spiega il sacerdote: «Mi nominò il Patriarca Roncalli. La comunità cristiana era formata da poveri, analfabeti, comunisti. Gli uomini lavoravano in arsenale. Erano i picchettini». Altri 9 anni a San Trovaso. Con un sorriso don Giorgio rievoca: «A Castello benedivo con l'acqua alta tra pantegane e materassi galleggianti, nella nuova parrocchia nei palazzi». Poi l'anno sabbatico a Spello. È prete operaio in un'officina, la dimora è una cella. Dopo un mese nel deserto del Sahara la sua vita si fa dono per i fratelli poveri. Torna in diocesi e abita in un magazzino di 15 mq, sempre affollato. Arriva il Patriarca Cè che dirà: «Mediante don Giorgio la Chiesa di Venezia ha "lavato i piedi" ai poveri». Il sacerdote avvia la Caritas diocesana e organizza Betania. «Per raccogliere volontari girai le parrocchie della città. Cominciai il 5 gennaio 1981. Arrivarono 15 poveri, la sera seguente erano oltre 70». Vi gravitano 500 volontari e 5 medici. Nel 1988 don Giorgio si sposta e abita in roulotte nel campo nomadi di via Vallenari. «Facevo piccoli aiuti nel sociale: multe da pagare, pratiche da espletare e una parola». Fino al 1995, data dell'intervento al cuore. Ora don Giorgio dal Fatebenefratelli dove vive conclude: «Nella chiesa sento la parola soldi e mi rattrista. Non è importante l'essere prete ma il sacerdozio».
Nadia De Lazzari
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