Domiciliari o servizi sociali, Berlusconi si prende tutto il tempo per decidere

ROMA. Silvio Berlusconi e i suoi legali intendono sfruttare tutto il tempo utile per decidere se presentare istanza di affidamento in prova ai servizi sociali o di arresti domiciliari relativamente all’anno di pena che il Cavaliere dovrà dopo scontare dopo la condanna di ieri in Cassazione sul caso Mediaset. Lo si apprende da fonti qualificate.
Intanto la procura di Milano ha firmato il decreto di esecuzione della pena con relativa sospensione nei confronti dell’ex premier, dopo la sentenza di ieri della Cassazione che lo ha condannato per frode fiscale. Il decreto è stato consegnato ai carabinieri, che ora dovranno notificarlo a Berlusconi.
Politicamente resta alta la tensione tra Pd e Pdl con quest’ultimo che fa quadrato attorno a Berlusconi: «Resta lui il nostro leader, da Epifani e Bersani solo provocazioni». Il governo punta ad andare avanti, Renato Schifani questa mattina è stato a palazzo Chigi per ribadire che l’impegno del Pdl non viene meno: a palazzo Madama, per esempio, c’è in discussione il Dl fare. Ma la lotta è anche sull’incandidabilità dell’ex premier: «Bisogna applicare la legge, su questo tema non ci sono questioni di discrezionalità», dice il presidente del Consiglio. Ma nel Pdl c’è anche chi sostiene il contrario: «Se si calcola l’indulto lui è candidabile», osserva uno dei ’big’ del partito. A pranzo Berlusconi riunisce alcuni fedelissimi, nel pomeriggio vede tutti i parlamentari. La linea resta sempre quella dell’appoggio al governo.
Ieri Silvio Berlusconi con i suoi è stato ’tranchant’: per ora - questo il messaggio - si va avanti così, poi vedremo come si comporterà il Pd. «A settembre tireremo le somme», spiega chi è stato ricevuto dall’ex presidente del Consiglio. Berlusconi è stato a lungo con i suoi avvocati e con i suoi familiari. Era presente la figlia Marina che non ha partecipato poi alla riunione del Pdl nella quale il Cavaliere ha letto il videomessaggio, mandato in onda poi da «Porta a porta».
Intanto il presidente del Consiglio Letta - nell’illustrare il decreto legge sulla cultura che da respiro alle fondazioni liriche e a siti archeologici come Pompei e la reggia di Caserta - ha spiegato che il Paese ha bisogno di essere governato, ha bisogno di risposte. Io - ha aggiunto - lavoro in questa direzione. Non considero che il logoramento faccia parte degli interessi del Paese. Stesso ragionamento svolto con i parlamentari di Scelta civica: Sarebbe assurdo interrompere ora l’attività del governoSarebbe un delitto. Il fatto che oggi, in una giornata così difficile politicamente, lo spread - ha argomentato il Capo dell’esecutivo - sia stabile è un segnale molto importante. Vuol dire che i fondamentali del paese sono stabili. C’è percezione di primi segnali di ripresa dell’economia. È fondamentale però mantenere la stabilità.
Cacciari: «Unica guida del Paese resta Napolitano». «Sostanzialmente non è cambiato nulla perché che il Pdl, l'area di centro destra, dovesse pensare al dopo Berlusconi era chiaro da tempo. Certo ora lo dovrà fare in una situazione drammatica. Non è cambiato nulla se non per il fatto che il governo Letta, che è il governo di Napolitano, oggi è più debole». Lo afferma a Radio 24 Massimo Cacciari. «Il governo Letta spero resista perché non ci sono alternative se non le elezioni anticipate in una situazione che diventerebbe, anche dal punto di vista economico e sociale, insostenibile. Il Pd - conclude Cacciari - è rotto al suo interno con centomila faide. Questo è un paese senza guida politica se non quella di Napolitano. Insomma un paese che vive di un presidenzialismo surrettizio e nient'altro»
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