Dolore e rabbia per un gesto folle

Tante le reazioni della gente ma anche molta compassione per la famiglia

CHIOGGIA. Rabbia, ma anche dolore e compassione per la famiglia. I sentimenti di Chioggia dopo la confessione di Federica Boscolo Gnolo che ha ammesso, nel memoriale consegnato martedì al giudice nell’udienza alla Old Bailey, di aver ucciso la figlia Farah di due mesi sono di vario tipo, tutti forti, tutti estremi. Non c’è spazio per l’indifferenza perché si parla di un reato che tocca nel profondo tutti, forse il più tremendo. E infatti tutti ieri ne parlavano. In piazza, nei bar, persino al supermercato quando alzando gli occhi si scorge la prima pagina dei quotidiani locali che riportano a caratteri cubitali l’ammissione di Federica. Fino a martedì nessuno voleva credere che fosse stata lei.

Si cercavano spiegazioni, anche inverosimili, pur di allontanare dalla mente il pensiero che una ragazza di 31 anni, di buona famiglia, tranquilla e studiosa, potesse aver compiuto un gesto così drastico. «Non ci si riesce a credere», commenta una giovane mamma che spinge il passeggino, «i figli sono la gioia più grande, un dono immenso. Pensare che una mamma possa far questo fa venire i brividi. Di sicuro in quel momento deve essere stata fuori di lei, altrimenti non si spiega».

«È stato un gesto folle», commenta un signore anziano, «avrà avuto un raptus o qualcosa del genere. Credo che più degli avvocati servano dei bravi medici che possano capire cosa è successo nella sua testa e che possano aiutarla a vivere con questo peso immenso». C’è chi nei commenti è anche molto duro, spietato, ma in molti, piuttosto che giudicare Federica, si soffermano a pensare alla famiglia, a papà Fabiano, mamma Rosanna e alla sorella Flavia. Persone normali, perbene, che si sono ritrovate all’improvviso sprofondate in un baratro che sembra peggiorare di giorno in giorno. «Non posso nemmeno immaginare cosa stiano passando quei genitori», spiega una signora, «una famiglia distrutta che non potrà più essere quella di prima. Provo pena per loro. Chissà se riusciranno a perdonare la figlia e a sostenerla in tutto quello che dovrà affrontare».

Elisabetta Boscolo Anzoletti

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia